
Players Will Play, Lovers Will Play è un disco che merita la ribalta della scena alternative internazionale e i Gemini Blue sono (già!) pronti ad affrontarla nel migliore dei modi.

Da un manipolo di musicisti veterani dell'underground romano nasce Il Ciclo di Bethe. Novecento è il disco d'esorsio, che raccoglie ospiti di lusso e che altro non è che una raccolta di sogni infranti, 13 brani che trasudano insofferenza per un mondo dominato da economia e finanza.

Al loro nono album, i The National di The First Two Pages of Frankenstein trovano nuova linfa vitale nella loro solita fitta nebbia, ma stavolta in lontananza s'intravede una luce.

Direttamente dagli anni '80 tornano dopo un lungo letargo i The Ultimate Dreamers, dal Belgio. Vi spoilero subito che ne è valsa la pena aspettare così tanto per avere un disco così piacevolmente a metà tra il post-punk britannico e l'elettronica belga.

È tornato Plaster: Obscura è un disco che manderà in brodo di giuggiole gli amanti dell'elettronica dura e pura e che si godranno le (tante) contaminazioni di cui è condito questo gioiello.

Se vi piace mandare la vostra testa tra le nuvole... You Never Know - il nuovo disco dei Flyying Colour - è quello che fa per voi.

I Depeche Mode sono tornati. Memento Mori è un disco che ci fa ripiombare negli '80 e '90 e spazza via tutti i timori sul futuro (e sul presente) della band. O quasi.

I piemontesi Ciaparat 'd le Grange abbracciano in pieno la filosofia DIY (Do It Yourself) per realizzare un disco punk-rock che arriva come un omaggio ai Ramones.

Cosa aspettarsi dagli australiani The Church dopo 42 anni di attività e al 26esimo album? The Hypnogogue è un disco ombroso come è lo stile della band australiana, che continua dritta per la strada strada piena di vapori e di nebbie.

Dopo 11 anni di assenza tornano i dEUS di Tom Barman con How To Replace It. Il nuovo album non "arriva al cuore" immediatamente, ma in breve è capace di rivelarsi "robusto" e con un nuovo ventaglio di influeze.

Gli australiani Flyying Colours in Italia sono - purtroppo - ancora un segreto ben custodito. Il loro ultimo omonimo disco è per gli amanti dello shoegaze più psichedelico, ma riserverà sorprese anche ai più curiosi in generale.

Ryoji Ikeda produce musica matematica, computazionale, influenzata dai suoi studi di astronomia, ma col risultato squisitamente umano, una sorta di robusta scossa elettrica / elettronica che colpisce sia il corpo e sia la mente.

Il 4 ottobre 2002 prendeva per la prima volta la luce del cyberspazio RockShock. In 20 anni le cose sono cambiate radicalmente, ma noi siamo ancora qui, orgogliosamente anacronisti.

André Jürgens e Carsten Nicolai aka Alva Noto fanno gli onori di casa nella sede dell'Accademia Tedesca di Villa Massimo, Roma, per la quinta edizione di Berlin Rom Express. Di fatto s'è trattato di un vero e proprio party post-pandemia, con un'unica (notevole) eccezione.

Pur rimanendo fedele a se stesso, Tim Bowness continua a non aver paura di esplorare nuovi territori sonori e con Butterfy Mind realizza un disco che mette una serie ipoteca sulle migliori uscite del 2022.