Midas Fall: recensione di Cold Waves Divide Us

A sei anni di distanza dal precedente lavoro, tornano i Midas Fall e - lo chiariamo subito - Cold Waves Divide Us è un capolavoro. ... perché di musica malinconica non ne abbiamo mai abbastanza.

Midas Fall

Cold Waves Divide Us

(Monotreme Records)

post-rock, shoegaze, progressive

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A sei anni di distanza dal precedente lavoro, tornano le polistrumentiste di Edimburgo Elizabeth Heaton e Rowan Burn, con ormai in pianta stabile anche Michael Hamilton (basso, sintetizzatori, batteria); insieme formano i Midas Fall e – lo chiariamo subito – Cold Waves Divide Us è un capolavoro.

Prendete una cifra stilistica canora che rimanda tanto al Fado quanto agli Evanescence, aggiungete cascate di synth anni ’80, pianoforte, archi, una bella manciata di pedaliere per chitarre e… il gioco… non è fatto, manco per niente.

Il saliscendi emotivo di questo disco prescinde sia dai generi di riferimento e sia dalla somma dei singoli elementi; come ci insegna la scuola psicologica della Gestalt: il tutto è qualcosa di più e di diverso che non la semplice somma delle parti.

La voce di Elizabeth e le chitarre di Rowan, indifferentemente, vomitano mostri dell’inconscio che scalpitano per uscire allo scoperto, ma anche la delusione maturata in rapporti umani deteriorati, sballotando l’ascoltatore in un viaggio sonoro che diventa metafora di una vita in cui ci sono sempre troppe direzioni da (poter) prendere.

Atrophy è solo uno dei tanti esempi contenuti in questo gioiello che dimostra la capacità dei Midas Fall di toccare le corde più profonde dell’anima, tra brani che procedono per delicata accumulazione (In This Avalanche) e altri che dipingono di paesaggi sonori con delicate pennellate (la title track).

Tra testi che cercano di dare spallate alla depressione, in cerca di catarsi (I Am Worng), e altri invece in cui lasciarsi tirare sul fondo quando proprio siamo giù di morale (Monsters), Cold Waves Divide Us è un album da non perdere e i Midas Fall una band da amare visceralmente.

Guarda il video di I Am Wrong.

 

 

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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