Last Siberian Ghost
How Chaos Won
progressive, elettronica, tribal
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Danilo Petrelli non è certo un musicista che se ne sta con le mani in mano. Non pago di essere il tastierista e il tecnico del suono dei Graal e dei From the Dust, sfoga le sue pulsioni più elettroniche col progetto Last Siberian Ghost, di cui How Chaos Won è la terza fatica sulla lunga distanza.
Last Siberian Ghost è – in una certa misura – un progetto multidisciplinare che coinvolge il cantante jaz e pittore Roberto Cerrino, che qui si esprime come voce narrante insieme ad Adina Campagna, mentre a Francesco Tocci sono affidate le chitarre noise. Tutto il resto (tastiere, electronics, chitarra e basso) se lo tiene per sé Petrelli.
Come da tradizione progressive, How Chaos Won è composto da due lunghe suite di poco meno di 30 minuti ciascuna e in cui si alternano suoni, influenze ed atmosfere che affondano le radici dal Richard Barbieri dei primi Porcupine Tree a Jean Michelle Jarre, senza dimenticare Alan Parson, i Tangerine Dream e – ovviamente – i King Crimson.
Le ritmiche sono tutte affidate a pattern programmati e fanno la loro buona parte nel formare un flusso sonoro tanto ipnotico quanto in grado di trasportare l’ascoltatore in un viaggio psichedelico-siderale disturbato da incubi ricorrenti.
In un disco in cui i ritornelli sono semplicemente non pervenuti, Petrelli dà sfoggio sia di cultura musicale che di estro compositivo; prendendo in prestito qualche stralcio della voce narrante, How Chaos Won è un disco in cui arte e tecnologia si intrecciano e in cui l’artista rimane muto e impotente, in balia di luce e ombra, lasciando al suo flusso di coscienza l’arduo compito – magnificamente portato a termine – di coinvolgere/avvolgere l’ascoltatore in un trip in cui l’arte è soprattutto visione e si trova là dove nessuno se lo aspetta.
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