I Giardini di Mirò: recensione di Del Tutto Illusorio (EP)

I Giardini di Mirò tornano con Del Tutto Illusorio: un saliscendi emozionale e sinusoidale fatto di sperimentazioni scavate nella roccia, un trip evocativo che trova la band in stato di grazia.

I Giardini di Mirò

Del Tutto Illusorio (EP)

(42 Records)

psichedelia cosmica, synth ambient, noise, library music, post-rock

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Giardini di Mirò recensione Del tutto illusorioA vent’anni dall’album d’esordio Rise and Fall of Academic Drifting e a tre dall’ultimo lavoro in studio Different Times, è uscito, inaspettatamente, come un fulmine a ciel sereno, Del Tutto Illusorio, il nuovo EP della storica band post-rock emiliana Giardini di Mirò, registrato in analogico e pubblicato direttamente in formato digitale.

Realizzato tra ottobre del 2020 e aprile 2021, e lavorato durante le fasi del lockdown, Del Tutto Illusorio (titolo che si rifà a un concetto pronunciato in un famoso discorso di Enrico Berlinguer) consiste in una suite di 19 minuti; un solo brano rigorosamente strumentale, suddiviso in quattro stanze e aderente a quelli che sono i canoni space ambient, post-rock e library music.

Un saliscendi emozionale e sinusoidale fatto di sperimentazioni galattiche scavate nella roccia; un trip evocativo, sinfonico e introspettivo in cui dilatazioni trance wave e il clima psicologico dettato da stratificazioni atmosferiche rarefatte, amniotiche, intime, ipnotiche e liqueformi di natura ambient si condensano e si alternano alle luccicanti, drammatiche e pruriginose escoriazioni della psichedelia post-rock, a feedback disturbanti e alle dissonanze epidermiche e metalliche del noise, evidenziando quella che è l’imprevedibilità degli eventi e la lineare circolarità del tempo, dalla nascita alla morte, dall’alba al crepuscolo.

Il tutto attraversando l’ansiogeno e misterioso simbolismo del tunnel, rappresentazione di quel passaggio, e/o cambiamento, verso l’ignoto (come raffigurato nella foto di copertina a cura di Simone Mizzotti, già autore della copertina di Different Times): un portale visibile che consente di immergersi e accedere a una dimensione invisibile agli occhi, a una nuova condizione di vita (non per forza migliore) sospesa in un tempo metafisico tra la percezione immaginifica di quella galleria in mezzo alla montagna e la vertiginosa profondità dei nostri abissi esistenziali, in uno stato di costante e tormentata tensione tra quiete e rumore, mostrandosi nel dualismo tra realtà naturalistica e finzione fantastica, tra realismo e irrealismo lovecraftiano, tra ciò che è tangibile e ciò che è illusorietà, spesso confondendo i due versanti, come accade nel presente distopico che stiamo vivendo.

I Giardini di Mirò (Corrado Nuccini, Jukka Reverberi, Emanuele Reverberi, Luca di Mira, Lorenzo Cattalani e Andrea Scarfone), una delle migliori realtà che il rock tricolore underground potesse concepire nei cosiddetti anni Zero, continuano a perseguire il loro perimetro sonoro e filosofico, giocando su ricami raffinati, con un’ossatura armonica che unisce più influenze e che non può prescindere dalle sue naturali dinamiche discendenti e ascendenti fatte di rallentamenti e accelerazioni, da non considerarsi, però, come somma degli opposti, ma piuttosto come loro integrazione, come parti complementari e necessarie alla narrazione strumentale.

Mantenendo intatti il proprio impianto artigianale e quel marchio di fabbrica che li ha contraddistinti durante la loro carriera ventennale, i Giardini di Mirò riescono, ancora una volta, con la produzione di Del Tutto Illusorio, a connettere simbioticamente arte visuale e musica, abbracciando territori sonori multisensoriali e rigettando stereotipi e tendenze discografiche della contemporaneità, rimanendo, di fatto, uno dei pochi punti fermi del made in Italy in ambito musicale.

Ascolta Del Tutto Illusorio, dei Giardini di Mirò

https://www.facebook.com/giardinidimiro

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