Weakness In Their Structure: s/t

Il gruppo romano ai nastri di partenza con un Ep che rivede il sound psichedelic progressive contaminandolo con il post-rock

Weakness In Their Structure

s/t

(Ep, Strato Dischi, 2011)

progressive, post-rock

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I romani Weakness In Their Structure sono nati artisticamente un paio di anni fa, dopo che i quattro musicisti hanno militato in gruppi alternative differenti nell’underground della capitale, incrociandosi in più occasioni. I quindici anni di esperienze condivise tra sale prove, locali, concerti visti o suonati con le rispettive band di allora e la passione per il sound progressive e psichedelico li hanno convinti a dare vita ad una nuova formazione, presentando un Ep di 4 canzoni in lingua inglese.

La particolarità della musica dei WITS è quella di rigenerare un genere aggiungendo il vigore del post-core tenendosi ben lontani dai soliti minestroni dal sapore rancido, muovendosi lungo percorsi sonori straripanti di una certa carica onirica. Fin dalle prime battute di Makin Day assistiamo ad una voragine di scosse elettriche e un contorno di riff inquieti, dove ritmi scanditi dal suono distorto accompagnano liriche introspettive, dilatando l’effetto sonoro in sottofondo.

Gli 8 minuti di Nail Creeps sono riempiti da un suono pesante e cupo nell’intrecciarsi ritualistico di basso e riff chitarristici con la bella voce, quella di Alessandro Poli, che mantiene stabilmente l’atmosfera. Forse tra ritornello e strofa ci andrebbe una maggiore cura nell’arrangiamento ma dal terzo minuto il gruppo si prodiga in una interessante variazione noise, portando a concludere il brano con un cambio di marcia a percussioni che si fanno più lente.

Il terzo brano Bad Draw Man ha una intro arpeggiata e ipnotica che pian piano lascia spazio ad un altro furore di chitarra che si fonde poi nel finale a Empty Shell, forse il brano meno carismatico, dotato di eccessiva lunghezza e ripetitivo sebbene la chitarra di Emiliano Rossi costruisca da sola le melodie di questo Ep, senza nulla da togliere al comparto ritmico che la sostiene.

Un buon lavoro di un gruppo ispirato, ciò che ho sentito finora è piacevole, ho solo la sensazione che in un debut album pezzi tutti dello stesso genere diventerebbero difficilmente digeribili. Il consiglio che vorrei dare è di prevedere maggiori alterazioni, un suono maggiormente diversificato e una produzione più pulita a cui attribuire un taglio maturo senza risultare ridondante. Da seguire.

Sito: myspace.com/weaknessintheirstructure


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Luca Paisiello
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