The Liar Trump: Colours

Blues, psichedelia, progressive e rock qui in Italia? Sembra di sì, a detta degli spezzini The Liar Trump, che ci presentano la decina di brani che compongono il viaggio di Colors

The Liar Trump

Colours

(La Clinica Dischi)

rock

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recensione The Liar Trump- ColoursQuando qualche anno fa ho cominciato da La Spezia il mio tour delle Cinque Terre avevo percepito un clima piuttosto freddo e inospitale e l’ultima cosa che immaginavo di trovare in quella terra era il rock, anche se di spiagge da quelle parti non se ne trovano fino a Monterosso. Solo qualche anno dopo un gruppo di giovani musicisti decidono di tornare alle radici di quella musica vibrante che con i suoi assoli di chitarra fa accapponare la pelle. È nel 2012 che inizia il progetto degli spezzini The Liar Trump, che hanno il merito di aver vinto nella mia Torino il Wanted1Maggio, un contest per band emergenti del NordOvest italico (con l’annessione dell’Emilia Romagna, via) e che ora pubblicano il loro primo album, Colours.

È un rock old manner, con una sintesi di venature blues e progressive che scorrono in un concept onirico di musica e immagini. Se Crystal Elevator Blues parte con un accenno di tromba e un sonnacchioso inizio, basta mezzo minuto per consentire al piede quel tipico esercizio che accompagna il tempo fino alle ultime note dell’armonica. Blues della Lousiana mescolato al brit-rock inglese si sfilaccia immediatamente lungo la title track. You Will Spot Me va benissimo per quelle pubblicità accattivanti di abbigliamento moda maschile o auto rampanti o profumi per donne affamate di sesso.

Ci si spinge verso un suono più raffinato in Bad Mood, l’organo si infila senza procurare danni in Train, mentre Like a Bomb si apre di più ad un brano più solare e sostenuto. In Canyon ci si lancia in un rock dalla coda decisamente progressive. Se all’inizio prendiamo l’ascensore blues di cristallo, a fine disco si raggiunge il 7th Floor senza che qualcuno sia scesa nelle fermate intermedie.

La band è composta dal singer e chitarrista Luca Russo, il solista delle sei corde Riccardo Lucchini, Giacomo Lomasti alla batteria e Milo Manera al basso e ha viaggiato piena zeppa di strumenti in tour con la R4 rossa di Giacomino, che è poi diventata una loro icona come fu per la Camilla di Baglioni, tanto da essere protagonista in un videoclip alla Sin City di Colours.

Come gli sarà saltato in mente a questi bravi ragazzi di proporre un rock che qui in Italia difficilmente ha fatto largo non si sa, ma hanno coraggio e vogliamo vedere dove andranno avanti dato che appena finito di incidere questo primo album, pare siano già al lavoro per il secondo.

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Luca Paisiello
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