Styx
The Mission
(Universal)
psichedelic rock, progressive, hard rock
______________
Questa è una rock band che probabilmente avevo conosciuto nella mia giovinezza ma non mi era rimasta addosso fino a quando, all’inizio della scorsa estate, non ha pubblicato il nuovo disco: The Mission. Gli Styx mi hanno rapito subito dopo essermi messo all’ascolto di questo fantastico album e ho pertanto passato il resto dell’estate ad ascoltarmi tutta la loro intera discografia. Mamma mia, che cosa mi ero perso in tutto questo tempo?
Erano 14 anni che gli Styx non producevano un disco, ma questa band è nata alla fine degli anni 60 in quel di Chicago, pertanto stiamo parlando di una discografia costellata da ben 15 album. Se nei primi anni 70 il loro era un rock progressive impressionante, melodico e geniale, fatto di lunghi assoli, giri psichedelici e scherzi barocchi (per quanto mi riguarda, il loro momento creativo migliore fino al 1975), da lì in avanti è stata tutta una discesa verso il successo abbracciando un rock mai mainstream ma fedele ai canoni sonori dell’epoca rock americana. Nel corso della loro carriera, e qualche cambio di formazione, hanno avuto un grande successo con album come Grand Illusion e Cornerstone, ma nel 1981 fecero uscire quello che a detta di molti è il loro capolavoro, Paradise Theater.
Il loro era, e lo è ancora, un rock teatrale, da musical, ricco di inventiva e mai statico, pieno di guizzi, virtuosismi, e una sperimentazione all’avanguardia fin da subito, con un’attenzione maniacale degli arrangiamenti, senza mai una sbavatura, un momento di noia, un brano che sembra uguale all’interno dell’album. Cori, riff, violini, cambi di tempo, un orgasmo sonoro per chi è alla ricerca di certe emozioni. Una band che ha raccolto milioni di spettatori ai loro concerti e dischi di platino. Gli anni 80 li hanno visti sfornare altri album interessanti, poi comparvero i Guns, gli Skid, i Poison, arrivò il grunge e come spesso accade gli Styx non uscirono di scena ma di certo la loro vena creativa venne meno.
Ai giorni nostri gli Styx ritornano con un grande album che riaccende quella fiammella che ha contraddistinto la loro produzione fatta quasi sempre di concept album bollenti, ricchi di immaginazione e sonorità. Voglio esagerare se accosto overture alla Bohemian Rapsody o alla Tommy o a certe cose degli Yes, dei Genesis e a tutta quella produzione dove l’impatto sonoro si sposa alla perfezione con la storia narrata attraverso le canzoni che compongono i loro dischi. Questo The Mission è difatti un capolavoro, un prodotto che oggi nessuno si sognerebbe di fare, perché racconta con suoni spaziali la colonizzazione del Pianeta Rosso attraverso strofe bizzarre e ritornelli orchestrali. Esiste ancora il rock oggigiorno? Direi che gli Styx hanno risposto nel migliore dei modi senza copiare quello che c’è in giro ogni giorno solo per rimanere in classifica.
Gli ultimi articoli di Luca Paisiello
- Ozora: recensione di Litanie - November 26th, 2024
- Gli Yo Yo Mundi festeggiano i 35 anni di carriera - November 16th, 2024
- Zagreb: recensione di Terra Bruciata - November 9th, 2024
- Michael Kepler: recensione di Mask Of The White Ape - October 28th, 2024
- Soul Asylum: recensione di Slowly but Shirley - October 25th, 2024