Banana Joe: SuperVintage

Esordio SuperVintage per i Banana Joe, che pubblicano otto canzoni inedite in italiano di rock anni 60/70, con punte di psichedelia e suoni british.

Banana Joe

SuperVintage

(Pioggia Rossa Dischi)

indie rock

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recensione-banana-joeBanana Joe: come si fa a non ricordare il famoso film con l’amatissimo Bud Spencer che prendeva a schiaffi la mafia colombiana perché gli impediva di commerciare le banane? Loro sono il pugno sonoro del grande Bud, e questo trio genovese esordisce con questo album dalle atmosfere rock degli anni 60/70, non a caso chiamato SuperVintage.

Gli otto brani che complessivamente superano di poco la mezzoretta raccontano dei progetti campati per aria di tanti giovani che devono scontrarsi con la dura realtà della vita, esattamente come il gigante buono del film che non chiede che trasportare banane e godersi la pace tra la sua gente.

In maniera leggera, in canzoni come Tara, Uensdai e Vodkanima i Banana Joe danzano su sonorità elettriche che ci riportano ai tempi della culla del rock, un sound alla Deep Purple, Led Zeppelin o, andando più vicino ai nostri giorni, ai Bud Spencer Blues Explosion (vedi come tutto torna?), infarciti da un’apprezzabile dose di pop cantautorale nostrano che in brani come Neve fanno venire in mente gli ultimi lavori solisti di Omar Pedrini.

Insomma, ho accostato nomi importanti e certo, il rischio di rimescolare troppo le cose è sempre dietro l’angolo, ma i Banana Joe riescono a scivolare con leggerezza con i loro brani senza scadere nel citazionismo. C’è la classica canzone dedicata all’amore, Polvere, in cui i segni sulle serrande (e dentro i nostri cuori) rimangono incisi nel tempo, e quella più british come Queen dei Cofani che esplora sonorità psichedeliche.

Chitarra, basso e batteria, SuperVintage è un disco raggiante, lieve, con suoni saturi e aggressivi che fanno filare alla svelta questa prima prova dei Banana Joe. Non è tanto uno scavare nella tradizione rock, o un esercizio di stile rodato, ma l’espressione di tre giovani ragazzi che provano a differenziarsi dalla musica che predomina questi tempi puntando sul chitarrone pompato e una tecnica compositiva certamente non originale, ma che mescola queste melodie retrò con una produzione più moderna.

Un pugno di buone canzoni che non chiedono altro che essere ascoltate. La formula trovata in SuperVintage va certamente approfondita, alla fine ne esce un lavoro molto groove, e i Banana Joe sanno bene che per avere successo nel nostro Paese è richiesto uno sforzo maggiore, ci sarà il tempo per elaborare canzoni più mature che possano cogliere una maggiore attenzione, basta non perdersi per strada.

Banana Joe su Facebook : facebook.com/BananaJoeOfficial

 

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Luca Paisiello
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