Giorgio Canali & Rossofuoco: recensione di Pericolo Giallo

Torna Giorgio Canali con i suoi Rossofuoco: Pericolo Giallo è un disco da spararsi nelle orecchie a tutto volume, prestando molta attenzione ai testi.

Giorgio Canali & Rossofuoco

Pericolo Giallo

(La Tempesta)

rock, indie rock

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Chi lo conosce, sa benissimo che Giorgio Canali (non dobbiamo dire cosa ha fatto e con chi ha suonato nel corso di questi ultimi trent’anni) è uno degli ultimi duri e puri della musica italiana. L’ex C.S.I. è una persona diretta che non ha paura di sputare in faccia a chiunque quella che è la sua verità.

In un contesto come quello attuale, con una pandemia e un paio di guerre di mezzo e tutto ciò che ne è conseguito, Canali ha pensato bene di scrivere una serie di canzoni (molto simili tra loro da un punto di vista musicale) in cui ha preso di mira ogni cosa che non gli ha aggradato in questo periodo.

Da tutto ciò ne è venuto fuori un album come Pericolo Giallo che ha nell’aspetto testuale la sua dimensione migliore, sempre se si è d’accordo con la visione che ha del mondo il chitarrista.

Brani come Un Filo di Fumo, Pulizie Etiche e Quando Si Spegne il Sole sono dei piccoli affreschi molto bui in cui il quadro della realtà che viene fuori risulta essere decisamente negativo e, quasi, senza speranza.

Lo spirito punk lo si trova, soprattutto, nelle sue parole, perché da un punto di vista del sound, la linea tirata dritta è quella che ha a che fare con un rock elettroacustico privo, però, di grandissimi ritornelli o di melodie che possano lasciare il segno. Sembra quasi che il “Nostro” abbia abbracciato una scrittura che simbolicamente lo avvicini agli artisti rap dei giorni nostri o dei cantautori di protesta degli anni settanta, con la differenza, rispetto a quest’ultimi, che vi è un uso molto ridotto di metafore e figure retoriche.

La band (I Rossofuoco) lo accompagna in maniera puntuale e tranquilla in quelle che sono delle vere e proprie filippiche verbali di prim’ordine e sembra trovarsi in un profondo e voluto contrasto con i testi di un musicista che risulta molto lontano da quelle che sono le logiche commerciali del mercato discografico.

Per chiudere e capire meglio questo album, è opportuno sedersi su una poltrona e spararselo a tutto volume nelle orecchie, cercando di leggere con attenzione i testi che, possono piacere o no, hanno un messaggio da dare a chiunque si imbatta in loro. Ad ogni modo chi conosce Canali da una vita sa cosa aspettarsi da uno come lui. Il suo pubblico è fedele nei secoli dei secoli ed egli, di tutto questo, se ne rende conto benissimo, anche se, probabilmente, non lo dirà mai.

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Francesco Brunale
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