Rooms by the Sea: la recensione di Rivers and Beds

Un debut album potente, malinconico e fortemente comunicativo quello dei fiorentini Rooms by the Sea.

Rooms by the Sea

Rivers and Beds

(RBTS Records)

indie-rock, folk, pop

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Rivers and Beds è il disco d’esordio dei fiorentini Rooms by the Sea, nome scelto in onore dell’opera del pittore statunitense Edward Hooper. Anche il titolo della loro prima release non è stato scelto a caso: rappresenta la contrapposizione tra interno ed esterno, ovvero tra il contatto con gli altri e la sfera personale. Argomento che è stato a cuore a molti negli ultimi due anni, ma che per la band si trasforma nell’importanza di continuare a fare musica per esprimersi e farsi ascoltare.

Rivers and Beds è la sintesi delle influenze che negli anni hanno plasmato i componenti dei Rooms by the Sea: c’è il folk-pop à la Florence and the Machine, c’è l’indie-rock più contemporaneo, fino a tocchi di Brit pop e synth anni ’80. Il tutto nel tempo è stato sapientemente amalgamato, per creare un suono personale e realistico, ma al contempo naturale e contemporaneo.

Sono nati così brani molto potenti dal punto di vista comunicativo, con testi in lingua inglese intimisti e malinconici. Concentrando l’attenzione sul nucleo di ogni canzone, il gruppo è riuscito a portare al centro di tutto la carica istintiva ed emozionale che c’è dietro ogni processo creativo.

I Rooms by the Sea e il loro album di debutto entrano a pieno titolo a far parte di quella – che si sta rivelando nutrita – schiera di gruppi e artisti italiani destinati a imporsi anche sul mercato estero, con prodotti di qualità sia in termini musicali che compositivi.

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