Three Second Kiss
Tastyville
(Cd, African Tape)
noise
La copertina di Tastyville, il nuovo disco dei bolognesi Three Second Kiss, rappresenta esattamente la loro musica, capace di stringere l’ascoltatore tra le spire di un serpente. Da più di vent’anni il trio compone musica altera, smaniosa, un jazz noise spettrale nei componimenti e spigoloso nelle ritmiche come le ferite di una tigre infuriata dai morsi velenosi del rettile. Si tratta di sperimentazione d’avanguardia, una tediante fusione di dissonanze chitarristiche e tormentate liriche surreali che è difficile saper apprezzare.
Non è semplice assorbire questo disco, indecifrabile e impenetrabile, ma che potrebbe senz’altro essere piacevole agli amanti del math rock, quella branca estrema della musica che abbraccia accordi dissonanti e ricerca sonora. Alcuni pezzi come A Catastrophe Outside e In Winter, The Sun Shines Over the Bridge hanno l’avvio pacato ma diventano ben presto alienanti, con una marea di rullate e ditate sulle corde della chitarra che sradicano la musica dalla canonica forma canzone, che non è mai stato di loro interesse.
Le chitarre guaiscono sui ritmi furiosi della batteria in brani come Caterpillar Track Haircout, con queste distorsioni sonore che è bello sentire venir fuori da questo strumento. The Sky Is Mine è la più assimilabile dal comune ascoltatore a causa dell’arpeggio che si ripete a inizio e a fine brano, ma anche qui nella parte centrale il brano si storpia in un convulso mantra apocalittico. Vampirized è un agglomerato di parole e suoni che vengono decostruiti e rimessi assieme in un cornice di ricerca sperimentale che è croce e delizia del disco.
La band impone la sua notevole tecnica, come Sergio Carlini visto all’opera sulla chitarra in un talk show, musicista pregevole. Nell’insieme le nove canzoni di questo disco si incastrano una dopo l’altra in poco più di 40 minuti di giochi di ombre e luci sonore che rendono l’opera una sorta di viaggio psichedelico. Una serie di brani emotivi e visionari grazie ai fraseggi delle sei corde, melodie senza schemi ben definiti, cambi di tempo e sentieri musicali creativi in cui perdersi.
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