Memoryhouse: The Years Ep

Rimasterizzato, remixato ed arricchito, esce per la Sub Pop il primo EP del duo canadese Memoryhouse. Una piccola gemma del visual folk

Memoryhouse

The Years EP

(CD, Sub Pop)

indie folk

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Memoryhouse- The Years EPUn suono delicato, quasi timido; Sleep Patterns dei Memoryhouse si apre con una atmosfera rarefatta, impreziosita da synth e la voce sognante di Denise Nouvion. Una perfetta introduzione ad un EP che segna il debutto ufficiale del duo di Toronto, il quale regala attimi di contemplazione, squarci di folk d’altri tempi in un mondo (tanto reale quanto musicale) fatto di frenesia e caos.

Evan Abeele (compositore) e Denise Nouvion (voce) fanno convivere le tendenze contemporanee con la tradizione, mescolando folk e synth in un incontro dai risvolti inaspettati. Dai due singoli Lately (Deuxieme) – b-side Lately (Teengirl Fantasy Natural Mix) per la Inflated Records e Caregiver – b-side Heirloom per la Suicide Squeeze Records, il duo ha deciso di rilasciare nel febbraio 2010 una prima versione dell’EP The Years. Apprezzata dalla blogosfera e dalla critica musicale, questa versione di tre brani ha brilla di nuova luce questo settembre. La Sub Pop ha rilasciato difatti una versione rimasterizzata e registrata dell’EP, aggiungendo le due tracce Modern, Normal e Quiet America. Questa nuova versione vede un notevolmente miglioramento nel lato tecnico riflettendosi, i quali acquisiscono una maggior limpidezza nel suono.

Sono brani come Lately e Modern, Normal  a rappresentare il lato più folk dell’EP, concentrandosi sulla parte vocale ed esaltantone la dolcezza tramite l’uso del pianoforte, violini e synth, per poi giocare con cori ed echi in un richiamo indiretto a Dolores O’Riordan e i This Mortal Coil. Dai risvolti pop è l’apertura di Sleep Patterns la quale gioca con una atmosfera ambient creata da suoni naturali che incontrano il synth, in una base più corposa e in primo piano. Più  malinconica si presenta To the Lighthouse, in cui la voce, più sensuale accompagna una base sognante che richiama atmosfee orientali tramite l’uso di synth e drops. Degno commiato lo riserva Quiet America, in cui il minimalismo della accoppiata piano/voce si arricchisce da echi gospel e solenni.

The Years non è che una premessa di una nuova musica visuale ed eterea, ottima in quelle pause che ci si congede durante la caotica routine di ogni giorno.


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