Le Scimmie: Dromomania

Arriva Dromomania, il debutto de Le Scimmie che punta dritto al cuore degli amanti del concept album e del noise strumentale e rabbioso

Le Scimmie

Dromomania

(Cd, Wondermark)

hard rock

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Le Scimmie- DromomaniaIl concept album è da sempre stato una lama a doppio taglio, ricco di potenzialità e al contempo scelta insidiosa e impegnativa. Una catena di canzoni unificate da un tema strumentale, narrativo o lirico è in grado di sviluppare una vera e proria storia. Le Scimmie raccolgono la sfida e puntano su un climax strumentale con il loro primo album, Dromomania.

Il duo composto da Xunah e Mario Serrecchia scommette sul binomio chitarra e batteria fin dal primo EP del 2007, iniziando a farsi un nome grazie alla partecipazione all’Italia Wave, interviste e disparati live in giro per l’Italia. É solo nel 2010 che Le Scimmie tornano in studio per terminare il loro primo album, Dromomania.

Il termine stesso deriva dalla tendenza nevrotico-schizofrenica a camminare senza una direzione definita; questo vagare senza meta è percepibile dall’evolversi del disco, il quale culmina in un climax di potenza espressiva e psiconoise strumentale. La scelta di escludere la parte vocale è un chiaro stimolo affinché sia a musica a parlare attraverso una potenza minimale e primordiale, creata dall’uso sporco e distorto di una chitarra aggressiva e il martellare della batteria. L’album si apre con il suono del vento, che costituisce il brano OOOO, per poi lasciare spazio alla violenza eloquente degli strumenti (L’ Oblio Mistico). L’album procede nella sua prima parte senza particolari picchi, tanto che l’ascoltatore si chiede dove sia quella frenesia nevrotica promessa dal titolo, lasciando un certo amaro in bocca. É con Frustrazione della Psiche che avviene il salto di qualità, il climax si compie raggiungendo un apice in grado di trasmettere l’ansia e la frenesia, in una vera e propria scarica di energia.

In un susseguirsi di quiete e tempesta l’album nel complesso non delude le aspettative dell’ascoltatore, soprattutto grazie ad alcune chicche (Il Filo di Lana e Frekete). Un album che vale la pena di essere ascoltato, se non altro per la sua seconda metà, che suggerisce un alto potenziale che necessità solo di essere affinato.


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