Crucified Barbara: In The Red

Crucified Barbara: picchiare, martellare, gridare è il loro verbo. Le 4 valchirie svedesi continuano le loro cavalcate hard rock metal con questo In The Red, quarto album irascibile e in tensione

Crucified Barbara

In The Red

(Despotz Records)

hard rock, metal

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crucified-barbara-recensione-in-the-redNate nel 1998 come band punk rock in una Stoccolma straripante di musica metal, le Crucified Barbara sono arrivate al quarto album in studio con In The Red. Queste quattro ragazze che si stanno facendo strada nel mondo del rock richiamano chiaramente le Runaways di Joan Jett e Lita Ford e le più aggressive L7, due delle più note riot girls, invitate anche a fare da spalla nei tour dei Motorhead e dei Sepultura.

È innegabile che le quattro musiciste sappiano suonare mostrando una carica travolgente non solo per i pezzi hard rock intrisi di metal, ma soprattutto per la voce di Mia Coldheart, cantante e seconda chitarra della band dotata del giusto vigore. Mia non ha quella ruvidezza alla Bianca “Butthole” Halstead delle Betty Blowtorch a me tanto cara (e purtroppo ormai scomparsa in un incidente), ma manifesta parecchio carattere nell’interpretazione degli 11 brani.

Date quasi “di passaggio” a inizio carriera, se già da Til Death Do Us Party la melodia sembrava indirizzato ad un ascolto più orecchiabile, nel terzo disco, In The Midnight Chase, il muro sonoro delle Crucified Barbara era maturato un sound inzuppato di sfavillii metal a tutt’andare. I Sell My Kids for Rock n’ Roll apre il nuovo album con un buon tiro insieme a un bridge soft e strofe al fulmicotone. Il ritmo diventa più pesante in To Kill A Man e a ben donde: il brano denuncia gli stupri e la violenza sulle donne e le Crucified non ci stanno, cantandolo a gran voce.

Electric Sky è stato composto su sonorità più moderne, The Ghost Inside, In The Red e Lunatic invece partono con l’atteggiamento punkettone degli esordi, mentre Do You Want Me è colma di intrecci dinamici e cori diretti permeati da un comparto ritmico, quello di Ida Evileye, Klara Force e Nicki Wicked, brutalmente produttivo.

Il disco è pregno di rabbia ed emotività, un lavoro meno canzonatorio rispetto al passato e che raccoglie un’assodata maturazione tecnica. Non abbiamo una ballad e questo ce l’aspettavamo dato che è un loro marchio di fabbrica non inserire brani sdolcinati e malinconici. Picchiare, martellare, gridare è il loro verbo: le Crucified Barbara non venderanno certo milioni di dischi, ma quest’album farà ricredere anche quelli che pensano che sono solo quattro gnocche ben truccate che strimpellano due accordi.

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Luca Paisiello
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