Autokratz: Self Help For Beginners

Chiamati come ospiti Peter Hook (Joy Division, New Order) e Andrew Innes (Primal Scream), gli Autokratz con questo Self Help For Beginners mirano a diventare i nuovi protagonisti dell'elettronica inglese

Autokratz

Self Help For Beginners

(Cd, Bad Life)

electro, pop, elettronica, techno

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autoKratz_Self-Help-for-BeginnersUn’anima divisa in due. Non è solo il titolo di un (bellissimo) film di SIlvio Soldini, ma anche una fotografia degli Autokratz.

Cresciuti a pane e Kraftwerk, i “nostri” si sono fatti le ossa remixando a destra e a manca, Underworld e La Roux su tutti, e con diversi Ep (Down & Out in Paris & London il più raccomandabile) e un album, Animal, che dal 2009 li ha portati sui palchi di tutto il mondo, Glastonbury compreso.

La “prova del 9” arriva con questo secondo lavoro sulla lunga distanza, Self Help For Beginners, verifica che sveliamo subito come superata in scioltezza.

Raccolte le forze per formare un propria etichetta, chiamati come ospiti nientepopodimenoche Peter Hook (Joy Division, New Order) e Andrew Innes (Primal Scream), nonché Jagz Kooner (Primal Scream, Kasabian) per la produzione, gli inglesi Autokratz con questo disco mirano in alto. E a ragione.

Un’anima divisa in due, dicevamo all’inizio. Sì perché la prima parte di questo disco, la prima metà, è un capolavoro di pop elettronico, con reminiscenze agli anni ’80, ma con le orecchie ben puntate sulle modernità della scena techno, specie quella tedesca. Grandissimo senso della melodie, ritornelli killer, suoni perfetti, piedino sempre pronto a battere il tempo, Peter Hook e il suo inconfondibile basso: la prima parte di Self Help For Beginners risulterà irresistibile anche ai non adepti ai suoni digitali puri.

Bisogna aspettare fino al sesto episodio, Skin Machine, ma meglio ancora più avanti, per ritrovare gli Autokratz in versione tamarra e piacevolmente cafona; scherzi a parte, l’impressione è che i due abbiano voluto dimostrare una volta per tutte di essere in grado di fare pop da classifica, salvo poi ripiegare verso cose che probabilmente li divertono di più, ovvero una techno a base di bordate di ultrabassi e varie piacevolezze ipnotiche.

E sapete qual’è la storia? Che gli Autokratz riescono benissimo in entrambe le vesti, divertendo indifferentemente nell’una o nell’altra veste.

Davvero bravi.


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Massimo Garofalo
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Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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