A Place To Bury Strangers: Space Moon

Siete degli amanti dei A Place To Bury Strangers e del loro sound a cavallo tra il wave ed il noise? Bene resettato tutto quello che avete sentito fin'ora. Il trio newyorkese torna con un ep intitolato Strange Moon, una raccolta di cover della band americana punk-rock Dead Moon

A Place To Bury Strangers

Space Moon

(EP, Dead Oceans)

shoegaze, noise-rock, post punk

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A Place To Bury Strangers- Space MoonSiete degli amanti dei A Place To Bury Strangers e del loro sound a cavallo tra la wave e il noise? Bene, resettate tutto quello che avete sentito fin’ora. A meno di un anno di distanza  dall’ultimo album il trio newyorkese torna con un ep intitolato Strange Moon. Il titolo non è affatto casuale.

Il loro ultimo lavoro è una raccolta di cover della band americana punk-rock Dead Moon. Questa introduzione chiarisce tutto il significato del loro ep. La band capitanata da Olivier Ackermann sterza completamente e ci propone sette tracce impregnate di punk-rock, al limite noise punk rock.

Si comincia con Don’t Burn The Fires e le sue chitarre elettriche sparate al massimo, accompagnate da un incalzante giro di batteria e dalla voce di Olivier che fa il verso un pò a Ian Dury.

The 99’s è un esplosione, nel vero senso della parola, di sonorità distorte.

In I’m wise si può ritrovare un barlume, al massimo un pizzico, del vecchio sound dei A Place to Bury Strangers. La traccia è più rallentata e spunta qualche sound tipico del New Wave del passato.

Graveyard è una track accellerata in puro stile punk-rock con un finale assordante.

Accattivante è Dead Moon Night, forse anche la più orecchiabile di tutte, con un sound più pulito rispetto alle altre track.

Ovattata 54 40 che si contraddistingue per un finale a dir poco pirotecnico.

Don’t Look Back  chiude il tutto con sonorità più che punk-rock tendenti al noise-punk.

Questa sorta di omaggio dei A Place To Bury Strangers è un riuscito ‘divertissement’ musicale del trio, visto che non credo che cambieranno così radicalmente genere. Le tracce scelte sono azzeccate e ci riportano nel vecchio sound del punk-rock dei tempi andati. La differenza sta nel fatto che le track originali, se fate un giro su You-Tube qualcosa si recupera, hanno il suono ovattato delle vecchie song di una volta, mentre ascoltando questo ep ti sembra di ritrovarti dentro un palazzetto (il synt fa il suo lavoro).

Insomma, nostalgici del punk-rock, alzate il volume al massimo.

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Matteo Valeri
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