Maple Mars: recensione di Someone’s Got To Listen

Per gli amanti dell'indie americano anni '90, ecco Someone’s Got To Listen dei Maple Mars, un album gradevole e dalle sonorità frizzanti.

Maple Mars

Someone’s Got To Listen

(Big Stir Records)

indie, psichedelia, americana

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Tornano dopo oltre un decennio i losangelini Maple Marso col loro nuovo lavoro Someone’s Got To Listen, album molto interessante con sonorità frizzanti e nostalgiche allo stesso tempo.

Già con la prima traccia Useless Information si capisce che a poco più di 20 anni dal loro debutto i californiani non hanno perso il proprio smalto, con un sound che sembra però arrivare direttamente dall’indie americano degli anni 90 (il che non deve essere necessariamente connotazione negativa).

La trascurabile Gliding lascia ben presto spazio all’ascolto di Goodbye California, traccia in salsa Gallagher.

Il ritmo aumenta con la bellissima Anchors Aweigh, che seppur non orecchiabilissima lascia un ottimo imprinting con il melodico ritornello.

Più alternative Someone Take The Wheel, brano che rimarca la sensazione di “già sentito anni ‘90” che però mi inchioda e mi delizia, chiamiamolo “effetto Retromania” tanto per citare Simon Reynolds.

Non mi convince pienamente la doppietta Teenage Dream/Sleepwalking (con un  70’s sound che trovo poco intrigante).

Molto più interessante la ballad Silver Craft che conduce alla psichedelia di Crooked Smile e a seguire la conclusiva Redemption che trovo fastidiosa nella confusione fra handclap, riff di chitarra e sonorità psichedeliche.

Con questo lavoro i Maple Mars non mi convincono pienamente, fra sonorità che mi incatenano (quelle più vicine agli anni ’90) e altre che invece fanno venire voglia di liberarsi e scappare (quelle in salsa ’70 e psichedelica). E’ comunque un buon lavoro che si fa ascoltare volentieri.

https://www.maplemars.com/

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Fabio Busi
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