James Senese: la recensione di James is back

James Senese è tornato, per ribadire ancora una volta il suo posto nel panorama italiano, soprattutto in veste di punto di riferimento per le nuove generazioni.

James Senese

James is back

(Ala Bianca/Warner Music Italia)

funk, blues, jazz

____________________

James Senese - recensione James is backJamese Senese non ha bisogno di presentazioni. Il sassofonista partenopeo è sulle scene da oltre cinquant’anni e, a sentirlo suonare, sembra che abbia intenzione di restarci ancora a lungo. Una carriera, la sua, che ha attraversato generi ed epoche diverse, facendo propria una tradizione jazz e blues d’oltreoceano che ha nel suo nome uno stile personale e riconoscibile. Un marchio di fabbrica che risuona anche nelle note di James is back, suo ventunesimo disco.

James is back, oltre a segnare il ritorno di Senese a cinque anni dal suo ultimo lavoro con i Napoli Centrale (formazione alla quale è tutt’ora legato), è un album sofferto ma pieno d’amore.

Quello che tutti cerchiamo nella vita, ma che diventa per lui tratto identificativo. Un tratto che si riflette nei testi, che ancora una volta parlano per chi non ha una voce, raccontando la sua realtà. Quella di un uomo diviso tra due mondi, un nero a metà che non solo ha tinto di bianco la musica black, ma ha portato il paradosso all’estremo, scegliendo il napoletano per esprimersi.

Un’identità che risuona nitida nelle tracce di quest’ultimo lavoro, un mix di funky, jazz e blues, ritmi che strizzano l’occhio alla tribalità (‘O meglio amico mio) e persino all’elettronica (Je sone), a riprova della contemporaneità di questo artista, che si dimostra ancora una volta un riferimento per le generazioni future. Che ha trasmesso nei suoi pezzi una carica emozionale notevole, espressione della sua vita e della sua anima, voce del presente e di un futuro ancora lungo e prospero.

Pagina Facebook

Gli ultimi articoli di Simona Fusetta

Condivi sui social network:
Simona Fusetta
Simona Fusetta
Articoli: 389