Kula Shaker: recensione concerto all’Alcatraz, Milano, 13 maggio 2024

Un tuffo negli anni ’90 con il concerto di una band che è uscita viva dal Brit pop: bentornati Kula Shaker! Ecco com'è andato il concerto di Milano.

Kula Shaker

Alcatraz, Milano, 13 maggio 2024

live report

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Photo da: instagram.com/kulashakerofficial

I Kula Shaker sono senza dubbio uno degli ultimi baluardi del Brit Pop inglese ancora in attività. Esplosi verso la metà degli anni ’90 grazie al loro particolare sound, un mix di rock e psichedelia innaffiato di misticismo indiano, hanno affrontato varie tempeste, abbandoni, pause di riflessione, per ritornare in attività in modo costante circa tre anni fa con l’uscita degli ultimi due album. Il più recente, Natural Magick, è il motivo per cui la band di Crispian Mills è tornata a calcare i palchi mezzo mondo, facendo sosta anche a Milano (e poi a Roma) dopo il live in teatro a Ferrara del settembre scorso.

Alle 20 ha inizio la performance dei Mastica, gruppo veneto dalle forti influenze rock e psichedeliche che ben si sposa con il mood della serata, tanto che Paul Winterhart, batterista dei KS, fa una capatina tra il pubblico per ascoltarli. L’Alcatraz inizia piano piano a riempirsi, principalmente di fan della prima ora, a giudicare dall’età – tra i quali, immancabile, il bassista e cantante Roberto Dell’Era – ma anche di giovani leve, tutti accomunati dal desiderio di vedere come se la cava il quartetto londinese dal vivo.

Alle 21 precise Crispian Mills, Alonza Bevan e Paul Winterhart, per la prima volta di nuovo in formazione originale con Jay Darlington, guadagnano la scena e, giusto per darci una preview della successiva ora e mezza, attaccano con Gaslighting, pezzo d’apertura dell’ultimo disco, nonché uno dei più coinvolgenti e apprezzati. Segue Hey Dude, che dà il via a un’alternanza di vecchio e nuovo dominata principalmente da brani tratti da K e Natural Magick, creando una sorta di uroboro in cui i concetti di inizio e fine si perdono.

L’influenza delle sonorità indiane, che da sempre sono state il tratto distintivo della musica dei Kula Shaker, fa capolino in canzoni come Indian Record Player, Infinite Sun (unico estratto della versione 2.0 di K) e Happy Birthday. Ma se negli anni avessero rinchiuso il loro sound in una sorta di gabbia dorata, forse non avrebbero retto il passare del tempo. Ed ecco che sul palco va in scena un vero e proprio concerto rock, in cui Crispian Mills, voce e chitarra, non lesina energie, sia dal punto di vista fisico che canoro, e dal quale ancora una volta traspare la voglia di suonare e l’incredibile affinità tra i quattro amici, di nuovo insieme come agli inizi dopo il momentaneo allontanamento del loro tastierista.

Pochi i momenti di ‘tranquillità’, tra cui la splendida I’m Still Here o l’ipnotica Jerry Was There in coda a Grateful When You’re Dead. Molti i momenti in cui il pastore della 1st Congregational Church of Eternal Love and Free Hugs porta la nostra attenzione alle problematiche del mondo moderno, come durante la presentazione dell’inedito Bringing It Back Home, F-Bombs o IDONTWANNAPAYMYTAXES, che sembra essere nata da un’idea di suo figlio che lo sentiva lagnarsi del governo e delle tasse. Così come sono diversi i momenti scanditi dai mantra o quelli nei quali veniamo invitati a meditare, attività da sempre fondamentale per tutti i membri del gruppo. Per unirci in una meditazione mistico-musicale, dalla quale usciamo rapiti e rigenerati.

Il finale è affidato ai grandi classici: Tattva, Hush (cover della già cover dei Deep Purple) e durante gli encore l’ipnotica Govinda. La band ci saluta con un’altra cover, Groove Is In The Heart, come a voler lasciare ai bis il compito di riassumere le molteplici anime della formazione londinese.

Per un’ora i Kula Shaker non si sono risparmiati: si sono divertiti e ci hanno divertito, ci hanno fatto riflettere, indignare, ma soprattutto ci hanno dimostrato di essere ancora una perfetta macchina da guerra, pronta a conquistare nuovi adepti, non solo tra chi come loro condivide una certa fascinazione per l’oriente. Non perdetevi quindi l’occasione di vederli quest’estate, quando il loro tour farà di nuovo tappa nel nostro paese.

Setlist:

  • Gaslighting
  • Hey Dude
  • Waves
  • Natural Magick
  • Indian Record Player
  • Start All Over
  • Infinite Sun
  • I’m Still Here
  • Grateful When You’re Dead/Jerry Was There
  • Bringing It Back Home
  • Shower Your Love
  • Happy Birthday
  • IDONTWANNAPAYMYTAXES
  • F-Bombs
  • 303
  • Tattva
  • Hush

Encore

  • Govinda
  • Groove Is In The Heart

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