Grizzly Motor Oil: recensione album omonimo

Punk, hardcore e rock si incontrano nell'esordio dei milanesi Grizzly Motor Oil, tra rabbia, amarezza urbana e sguardi disincantati

Grizzly Motor Oil

s/t

(Cd, Canapa Dischi)

punk, hardcore

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Grizzly Motor OilUn punk rock veloce, incalzante, arrabbiato e politicizzato, quello dei quattro milanesi Grizzly Motor Oil, che firmano questo altalenante esordio omonimo dopo essere stati attivi in numerose altre realtà punk e hardcore del quadrante lombardo.

Le soluzioni sonore proposte dall’album sono semplici, dirette, d’effetto, da cui scaturiscono dodici pezzi (tra cui una cover di Anarchy In The U.K. dei Sex Pistols) che sanno intrattenere e galvanizzare pur non essendo perfetti.

E’ logico che in contesti del genere, ascoltando il disco siano molte le reminiscenze che escono fuori, ma l’approccio grezzo (solo a livello di impatto, perché a un ascolto più attento la maggior parte dei pezzi risultano felicemente articolati) ed energico gioca a favore della band milanese.

L’apertura è quasi melodica con Antimateria, il cui ritornello è piuttosto soft, per poi inasprirsi, salvo alcuni stralci, con Gomorra, che suona come una specie di inseguimento aspro e rabbioso, Rivoluzione e La Tua Città, che punta molto più su un rock pesante e dalle tonalità terrose, forse penalizzato da un testo che insiste un po’ troppo su luoghi comuni.

Più intricato, distorto e inaspettato Il Mercato Delle Personalità, dalle tinte hard rock, fluide e gradevoli.

Insomma, un disco che non diventerà il mio preferito della stagione ma che ha una versatilità e degli spunti che lo rendono interessante, a tutto vantaggio di una band che sembra non volersi trincerare dietro etichette di qualsiasi tipo.

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Miranda Saccaro
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