Bad Love Experience: Rainy Days

Rainy Days è un album rock’n’roll di stampo profondamente british-pop anni 60’: i Bad Love Experience riescono a ricreare alla perfezione l’atmosfera classica della positiva "Swinging London”, periodo amato non solo dal paese d’Oltremanica, ma da tutto il mondo occidentale. Uno stereotipo della vita a cui in questo momento aspiriamo un po’ tutti…

Bad Love Experience

Rainy Days

(Cd, Mabel/Inconsapevole)

rock, pop, alternative

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Bad Love Experience- Rainy DaysI Bad Love Experience sono una band originaria di Livorno e hanno creato con grande fatica e costanza, nell’arco degli anni, un marchio che adesso è conosciuto in gran parte d’Italia. Si accingono quindi a fare il salto di qualità, proponendosi all’estero, e coadiuvati dall’uscita di Rainy Days, secondo full length della loro carriera musicale. Rispetto al precedente album, ai Bad Love Experience si è aggiunta nel frattempo l’esperienza di Claudio Laucci, talentuoso tastierista.

Da segnalare, precedentemente all’uscita di Rainy Days, la comparsa della band nel nuovo film di Paolo Virzì, famoso regista labronico: per l’occasione, i ragazzi vestono i panni (cinematografici) della beat pop band “le nuove dimensioni”.

Ecco così che il salto di qualità prende vita direttamente dal lavoro in studio: Rainy Days, che si potenzia in oltre modo dell’esperienza produttiva di Justin Perkins, fonico/produttore degli Smart Studios di Madison (USA), è un mix di sonorità perfettamente adattate al genere british rock degli anni ’60, proprio dei celebri The Kinks e The Who.

Break away e 21st century boy aprono l’album, creando subito un ritmo incalzante. L’appartenenza musicale ad un periodo certamente vicino alla Swinging London è chiara fin dai primi istanti, come testimonia l’arpeggio iniziale di una chitarra in overdrive leggero nella opening track.

21st century boy è un singolo perfetto: possiede un ritmo che ispira fin da subito al movimento, la struttura è semplice ed intuitiva, la voce di Valerio Casini spinge al punto giusto ed il suo motivo è uno di quelli che rimane subito in testa.

Con Somebody Born To Walk (And Some To Fly) si cambia contesto: il ritmo non cessa di diminuire di intensità, ma la vena emotiva si fa più profonda. Il lavoro maniacale sugli effetti che fanno da cornice (nel “solo” anche da protagonista, facendo riferimento ad un motivo di fiati molto particolare e che esula dal genere, ma per questo diventa una variazione affascinante) è il sintomo di una complicazione emotiva, che contestualizza il concetto della solitudine esistenziale, nonostante la vita conduca ad un apparente movimento costante.

Nonostante i riff di The days possano apparentemente creare un’atmosfera di spensieratezza ad un primo ascolto, i testi confermano ancora una volta il disagio di un periodo storico dove le certezze non sono poi molte.

La batteria di Gabriele Bogi ed il basso di Emanuele Voliani fanno quasi da sfondo a Ballad for a libertine, una ballata dai tratti ribelli, come ci suggerisce il titolo della traccia. Insieme a Walking on my feet, in questa parte dell’album la vena sperimentale è molto presente: tale constatazione viene giustificata dai tanti strumenti utilizzati all’interno della produzione (banjo, sax, chitarra a 12 corde, congas) e dalle improvvisazioni che, nel caso di Walking on my feet, va a sfociare persino in un reggae molto ben supportato da alcuni cori in lontananza. In questo brano si riescono a sentire anche influenze dai più vicini Arctic Monkeys, nonostante la struttura proponga continue variazioni di tema.

Restando in tema di influenze, Knowing all the things I’ve known è una traccia per certi versi sperimentale, che esula dai motivi finora ascoltati all’interno dell’album e rimanda al sound dei The Hoosiers, sebbene i Bad Love Experience abbiano una maggiore versatilità, sostenuta da una presenza decisa di improvvisazione strumentale (il solista del pianoforte, che poi va a fondersi con il tremolo della chitarra, è bellissimo e crea un’atmosfera unica e davvero piacevole).

Rainy Days si chiude con All the heroes, unfamous people, un brano dalla connotazione non così facilmente intuitiva: ancora una volta, la melodia sembra essere spensierata e di relax, adatta per accompagnare l’ascoltatore ad un ending theme senza troppe scosse emotive. Ma il testo invita alla riflessione ancora una volta: vengono raccontate alcune storie di vita, apparentemente sterili e vuote di intensità, ma che rendono ogni singolo individuo un possibile eroe. Non vi è posto per la celebrità, ma ogni giorno queste persone (ritratti della comunità media) si trovano a compiere gesti di umiltà e di passione, con la totale spensieratezza e con la felicità di sentirsi realizzati, perché questo è ciò che conta davvero.

Rainy Days è un album davvero ben prodotto, strutturato e realizzato con precisione nei minimi dettagli. La rampa di lancio sembra essere ben posizionata, non resta altro che vedere dove i Bad Love Experience riusciranno ad arrivare. Le premesse per diventare una delle migliori band italiane del genere sono comunque evidenti.

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