Margareth: White Lines

White Lines è un intreccio continuo di arrangiamenti acustici che creano un’atmosfera unica e leggera. Il primo disco dei Margareth ha uno stampo profondamente pop, ma le tonalità dolci e soffuse che accompagnano i motivi centrali di ogni brano lasciano spazio alla mente di volare liberamente

Margareth

White Lines

(Cd, Macaco Rec.)

pop, folk, blues

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White Lines è il primo prodotto che nasce dalla mente dei Margareth, progetto nato nel 2006 e composto da 4 elementi, stabili dopo varie modifiche di line-up. 12 febbraio 2010: è la data ufficiale dell’uscita di questo nuovo album, pubblicato da Macaco Records e distribuito da Audioglobe.

Pur presentandosi come un disco tipicamente pop, non sono da sottovalutare gli arrangiamenti strumentali, mai banali. Si fa notare l’assenza quasi totale di sonorità elettriche, che lasciano la direzione ad un tessuto strumentale prettamente acustico.

L’album si apre con un dolcissimo I get along, suonato con un’intensità che va sempre più in crescendo: si parte con un arpeggio delicato della chitarra acustica, che introduce con delicatezza la parte vocale. Subentra la batteria, suonata con la delicatezza dei rods, e che aumenta di intensità a seconda dello stato denotato dal brano. Infine, il pianoforte accenta i tratti salienti dei vari passaggi musicali del brano.

Mad men’s poem ha dei tratti decisamente blues, ne testimonia l’ingresso della tromba all’interno della composizione musicale, la voce che si fa sempre più sfuocata, i cori lontani ma incisivi, lo swing prodotto dal ritmo della batteria.

Come precedentemente detto, ciò che danno un’impronta originale all’album sono le varietà degli arrangiamenti strumentali: in Night Talker la tessitura melodica creata dal piano diventa la protagonista del brano, creando insieme alla voce un’atmosfera soffusa ma allo stesso tempo molto profonda.

Mama Take My Girl Away sottolinea le origini della band: l’influenza dei Beatles (e del pop britannico in generale) si fa sempre più evidente. In questo caso prevale la semplicità della melodia: non vi è spazio per “soli” strumentali, la struttura è chiara, semplice e d’impatto.

L’album si chiude con The Gate, brano dai ritmi lenti, ma che aumenta in maniera sempre più sfumata d’intensità. Tuttavia, il motivo centrale del brano ending act è quello della sperimentazione, della improvvisazione libera: i soli di chitarra in clean e tromba vengono costantemente accompagnati da un basso che scivola costantemente per tutta la tastiera e da cembali che scandiscono il ritmo.

White Lines è un disco interessante, che fa leva su arrangiamenti strumentali accurati e brillanti. Ciò che ne esce fuori è una sperimentazione del pop, coadiuvata da ambienti acustici di discreta produzione. I giovani Margareth meritano maggiore attenzione, hanno tempo e qualità per poter raggiungere ottimi traguardi, sebbene il genere non sia sufficientemente apprezzato dal panorama musicale nazionale.

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Thomas Cateni
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