God Damn: Vultures

Vultures è l’abum di debutto dei britannici God Damn, un frullato di suoni indie, stoner, grunge, psichorock dettato da un duo chitarra-batteria piuttosto rumoroso

God Damn

Vultures

(One Little Indian)

Indie Rock

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God Damn- VulturesThom Edward e Ash Weaver si sono fatti conoscere col moniker di God Damn pubblicando alcuni singoli e un paio di Ep che hanno destato l’attenzione della scena rock britannica. Originari di Wolverhampton, il loro album Vultures era molto atteso dai sudditi di Sua Maestà e ne è uscito un agglomerato sonoro di 13 brani dove le corde della chitarra di Thom e le pelli della batteria di Ash si consumano in un incessante turbinio di rock noise psichedelico.

Se When the Wind Blows apre le danze con un brano dalle tinte metal, Silver Spooned non può che ricordare le sfuriate post grunge contaminate e By The Wayside ci confonde con le variazioni musicali che ci infettano in questi primi ascolti. Nel mezzo alcuni brani poco convincenti, tipo i 6 minuti e mezzo di We Don’t Like You che ripete un giro di quattro accordi che, va bene, sono inzuppati di suoni che portano ad un incessante headbanging, ma la sostanza non cambia granché.

In quasi tutti i brani le chitarre stridono e i suoni vengono distorti in una tensione emotiva disperata, gli strilli non mancano e le strutture musicali sono piuttosto lineari. In Skeletons una malinconica seicorde viene plettrata accompagnando un dolente cantato che dopo due minuti viene sovrastato dalla distorsione, poi riprende la chitarra acustica, poi si torna al distorto, altro acustico, una serie di riff noise e tutto così per otto minuti. Abbiamo ancora un inspiegabile minuto scarso di vuoto, a seguire i due minuti strumentali di The Cut e si riparte con Sullen Fun che riprende, diciamo la verità, l’acustico precedente. Così un bel quarto d’ora se ne è andato su un’aria piuttosto mesta.

Essenzialmente sussistono sfumature sonore che rendono i brani nervosi, grafianti, acidi, Thom ammette di essere “la band più rumorosa d’Inghilterra al momento” ed è il marchio di fabbrica del loro stile. Le influenze musicali derivano da The Jesus Lizard, The Pixies i Nirvana di Bleach, passando per Tom Waits e The Mars Volta e mettiamoci pure parecchio stoner, e il loro produttore Xavier Stephenson (Lana del Rey, Rihanna, Westlife, Editors) ha avuto un occhio di riguardo per questo lavoro.

Sito web: www.goddamntheband.com

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Luca Paisiello
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