Vintage Violence: recensione di Mono

Fra tematiche importanti, testi ben scritti, sonorità alternative e attitudine punk ecco Mono, nuovo album dei lombardi Vintage Violence.

Vintage Violence

Mono

(Maninalto! Records)

alternative rock

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Vintage Violence recensione di MonoTornano i Vintage Violence a 7 anni di distanza dall’ultimo lavoro intitolato Senza Paura Delle Rovine.

In bilico fra l’alternative rock, l’indie e il punk, i lombardi partono subito forte con Piccolo Tramonto Interiore, brano che alterna chitarre in stile primi Bloc Party a sonorità progressive, con un cantato punkeggiante ed un testo fra l’impegnato e l’ironico.

Sonorità di punk tipico invece per la seguente Have a Nietzsche day, seguita dalla più alternativa Dio è un Batterista, brano che mi ricorda molto l’ironia della storica Paolino Paperino Band.

Zoloft resta sempre sulla scia di una specie di cantautorato punk che però non mi convince pienamente, soprattutto nelle citazioni degli “Afterhours” trovo una certa forzatura.

Torna lo stile della prima traccia in Paura dell’Islam, brano che comunque come il resto dell’album già dal primo ascolto mi sembra fuori tempo massimo.

 

Con Prato Fiorito e Capiscimi II si giunge a L’Astronauta, forse uno dei pezzi più riusciti di questo Mono insieme alla traccia d’apertura.

Dicono Di Noi accompagna alla chiusura con La Chiave.

Peccato per i testi a tratti molto interessanti, ma sia per sonorità che per stile, questo album mi sembra superato e poco attraente, soprattutto per chi come me abbia già ampiamente sorpassato le agitazioni adolescenziali delle scuole superiori. Nota di merito va assolutamente alle tematiche trattate e alla bellissima Piccolo Mondo Interiore.

https://www.facebook.com/vintageviolenceband/

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Fabio Busi
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