Video intervista a Immanuel Casto

Il più irriverente artista electropop italiano è un personaggio a tutto tondo, autore di un progetto di comunicazione forte e provocante. La nostra video intervista e la cronaca del concerto di Roma

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Chi pensa che Immanuel Casto si riferisca solo a un pubblico gay si sbaglia di grosso.

E chi pensa che sia un semplice goliardo … pure.

Il suo universo musicale è in primo luogo una spallata a certe convenzioni sociali e ai ben pensanti. Con le sue canzoni, dai titoli tanto espliciti quanto dai testi mai banali (Io La Do, 50 Bocca 100 Amore, Anal Beat, ecc. [e che Google me la mandi buona e non banni RockShock per sempre]), s’è conquistato un pubblico trasversale e in cui la componente eterosessuale è prevalente, almeno a quanto s’è visto lo scorso 9 aprile al Blackout di Roma.
Là dove nemmeno le serate gay più blasonate della capitale hanno osato, sono arrivati i lungimiranti gestori dello storico locale rock e wave. E i fatti gli hanno dato ragione.

600 persone assiepate per Immanuel Casto, tutti fianco a fianco a prescindere dai gusti sessuali, a cantare in coro Bondage o Il Tempo degli Abusi, per una serata di divertimento, electrodance e spunti di riflessione. Casto ci mette del suo e apre Che Bella La Cappella, in una inedita versione, con a tutto schermo le immagini di Ratzinger, ma ogni sua canzone sembra dire <<è solo sesso, è tutto qui, perché prenderlo così sul serio?>>.

Nei settantacinque minuti di spettacolo Immanuel però ne ha per tutti, anche per le tante ragazze attirate dal sogno di una vita facile e lussuosa in Costa Smeralda: Escort 25, presentata come bis con l’anteprima del videoclip, ha dei passaggi che non lasciano via di scampo: <<perché devo imparare il congiuntivo se posso aprire il culo>> [tanto ormai Google o ci metterà in testa alle sue pagine o ci cancellerà dai suoi indici]. La canzone, che sta per uscire in formato digitale, è una bomba dance e il videoclip, come spesso accade quando si parla di Casto, è un gioiellino.

Mentre dalla pila di computer e campionatori escono beat che costringono tutti a ballare, citando anche gli Imagination, Casto si cambia d’abito in continuazione e lo stesso fa fare alle sue ballerine, impegnate in mosse ammicanti e coreografie sexy.

Invita tutti ad andare al banchetto del merchandising, dove le sue ballerine aspetteranno i fans, e minaccia: <<se non andate mi costringete a raggiungerle>>. E così fa. Il delirio che si crea è quanto di più esemplificativo per comprendere un fenomeno nato e cresciuto quasi esclusivamente tra le pagine del web: tutti assiepati per strappare una foto o un autografo, e Immanuel non si nega a nessuno, rimanendo più di un’ora a disposizione del suo pubblico, con un senso di rispetto da cui in tanti dovrebbero imparare.

Non di solo sesso vive Immanuel Casto.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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