Thomas Frank Hopper: recensione di Bloodstone

Thomas Frank Hopper riesce a coniare molto bene la sua passione per il blues con lo spirito rock alternativo degli anni Novanta.

Thomas Frank Hopper

Bloodstone

(Vrec Music Label)

rock

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Il Belgio è da anni una nazione che ci sta regalando soddisfazioni per quanto riguarda la scena rock. Dalla terra dei dEUS, infatti, arriva la nuova ultima sensazione, ovvero il chitarrista e cantante Thomas Frank Hopper, che riesce a coniare molto bene la sua passione per il blues con lo spirito rock alternativo degli anni Novanta.

Sostanzialmente il suo è un discorso che cavalca quello che stanno propinando, ormai da anni, gente come i Rival Sons, i Dirty Honey e i giovani Greta Van Fleet. Le chitarre, come logico che sia, sono piantate in bella mostra ed hanno un suono molto retrò. La sua voce, inoltre, è quasi angelica e riporta con la mente ai grandi del passato, vedi Paul Rodgers e Robert Plant.

In questo impianto si vanno poi ad inserire le canzoni che risultano ammalianti (la titletrack ne è il più classico esempio) e potenti (Dirtylicious che strizza l’occhio al blues, pur se riletto in chiave moderna).

Non mancano neanche le incursioni acustiche alla Led Zeppelin III (Tomb Of The Giant) che fanno capire come la band di Jimmy Page sia un punto di riferimento ancora presente pure per le nuove generazioni.

 

In Crazy Mojo sembra di tuffarsi nei paesaggi solari e accaldati del sud degli Stati Uniti, mentre Come Closer è il classico pezzo veloce che si caratterizza per avere un crescendo che cattura e che ti fa sbattere con furia il piede sul pavimento.

Mad Vagabond è, probabilmente, l’estratto che ricorda maggiormente i primi Rival Sons, ma che ha un’apertura melodica in sede di ritornello decisamente avvincente.

Nel finale ci sono altri episodi interessanti. Savages si caratterizza per il suo giro di basso distorto che è l’architrave dell’intera canzone, anche se poi Hopper dà spazio a tutta la sua fantasia con improvvisazioni interessanti che lo portano a citare in maniera sin troppo netta anche Dazed And Confused dei quattro signori alla guida del dirigibile più famoso della storia.

Missisipi, infine, è la ballata finale che chiude un esordio sulla lunga distanza convincente e ricco di qualità. È proprio vero: il Belgio è una terra che dà soddisfazioni!

https://www.facebook.com/thomasfrankhopper/

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Francesco Brunale
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