U_Led: Non Sparate Sul Dubmaster

Quello evocato da U_Led è uno scenario colorato e colorito, espressione di un presente che offre infiniti spunti di riflessione: un realismo che non è di certo un punto d’arrivo, ma di partenza

U_Led

Non Sparate Sul Dubmaster

(Cd, Nut Label)

rock, pop, reggae, dub

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U_Led- Non Sparate Sul DubmasterDietro la cervellotica ed enigmatica scelta del nome U_Led si nasconde la doppia istanza di Ettore Vivo, che ha voluto servirsi della citazione di uno spettacolo di Beppe Grillo per farne il proprio nome d’arte: la chiave di lettura sta nella storpiatura operata dal dialetto sul termine inglese “led”, proprio ad indicare il punto di giunzione tra una radice culturale tradizionale e la modernità della tecnologia.

Non a caso l’artista comincia negli anni 90 a dedicarsi alla composizione di pezzi sia in inglese che in napoletano, tra l’altro ancora presente in quest’ultimo album, come nella traccia Penso Che. Non Sparate Sul Dubmaster arriva infatti dopo circa un decennio di ridefinizione dello stile di U_Led, seguendo la scia del disco d’esordio Col Dito Puntato, risalente a tre anni addietro, periodo in cui Ettore Vivo riesce a farsi conoscere prendendo parte a festival e tour.

Anche grazie a questa intensa attività, il musicista comincia ad intessere una rete di collaborazioni che si traduce, in questo secondo album, nei featuring di Emiro, ShaOne e addirittura Caparezza in Non Comprare Libri All’Autogrill, canzone che con la sua ironia fa breccia nel paradosso della nostra società. La voglia di restare ancorato al presente, nonostante la problematicità che questa scelta comporta, è ad ogni modo il cardine dell’intero album: a partire dalla memento nerudiana di Lentamente Muore fino allo sguardo impietoso e stanco riservato al Paese in Medio Alzato, questo umorismo intelligente assume spesso un retrogusto amaro.

A fare da sottofondo a questo bozzetto realistico si susseguono ritmi mediterranei, dub, un hip-hop eterodosso e ampi richiami alle cadenze reggae, sebbene non manchino nemmeno diffusi accenni jazz. Vivacità, acume e colore sono le parole-chiave per definire l’identità complessa di questo album.


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