Red Car Burns: The Roots And The Ruins

Ruvida e compatta opera seconda per i lombardi Red Car Burns, The Roots And The Ruins è un buon esempio di come si possa utilizzare in maniera fresca un genere troppo spesso esausto

Red Car Burns

The Roots And The Ruins

(Cd, NoReason Records)

punk rock

_______________

recensione-red-car-burns-the-roots-and-the-ruinsVengono da Lodi e questo loro secondo disco, The Roots And The Ruins, si è fatto attendere per circa quattro anni. Lanciatissima dal punto di vista internazionale (esce infatti in contemporanea in Europa e Stati Uniti e la band ha in cantiere un sostanzioso tour europeo) l’ultima fatica dei Red Car Burns è un disco punk rock fresco e arrabbiato.

Nonostante il genere sia stato usato e abusato in lungo e in largo, il risultato qui è tuttaltro che stantio e pedissequo, ma interessante e coinvolgente.

Tra ritmi sostenuti, suoni ruvidi e diretti, melodie accattivanti e un piglio artigianale che si adatta perfettamente al genere, The Roots And The Ruins è un album agile, compatto, che si ascolta piacevolmente più volte.

Gli otto brani del disco non variano in modo notevole l’uno dall’altro, bisogna ammetterlo, ma nonostante questo l’insieme riesce a evitare la monotonia e a stringersi in una coesione fatta di brani veloci, aspri, essenziali (complice anche una produzione dal sapore volutamente low-fi), una voce perfettamente calibrata sul genere e un impianto coinvolgente, semplice ma non scarno.

E in questo spazio di manovra si muovono A Long Sleep, l’anthem scorticato e arrabbiato che apre il disco; il più lento e scuro Unable To Answer, in cui la voce diventa quasi grido; Friday, un raggio di luce pacificante e l’intenso Roots/Ruins, roboante e ossessivo, le cui atmosfere sono riprese in chiave più sottile da Old Scant, così stridente che sembra esser stato lasciato al sole a seccare e dal metallico e aspro Things Are Changing Fast.

In brani come We’re Coming Home o il vibrante So Many Times, che chiude l’album con tempismo perfetto, un tocco più melodico mantiene però quell’amara ruvidezza che caratterizza l’album.

Gli ultimi articoli di Miranda Saccaro

Condivi sui social network:
Miranda Saccaro
Miranda Saccaro
Articoli: 176