Marlene Kuntz: Nella Tua Luce

Mescolanze di ritmi sonici e raffinanti brani acustici questo nono album della band cuneese, che confermano le tendenze sonore degli ultimi loro dischi

Marlene Kuntz

Nella Tua Luce

(Cd, Sony)

alternative rock

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Marlene Kuntz- Nella Tua LuceVent’anni fa i Marlene Kuntz stavano lavorando al loro disco di debutto, Catartica. Oggi con l’ultimo album Nella Tua Luce sono arrivati a quota nove, srotolandosi in questo ventennio in un percorso musicale le cui sonorità non hanno avuto esattamente un mutamento radicale, ma sono diventate sempre più soffuse, attenuate e poetiche.

Anticipato da due videoclip, Solstizio e Il Genio, il nuovo album artisticamente autoprodotto è composto da 11 brani che non mostrano grossi cambiamenti dagli ultimi lavori. L’eterea e distesa title track apre filiforme le danze cantando lodi alla musa ispiratrice, tema ricorrente nei loro dischi, questa volta con una componente marcatamente spirituale più che carnale.

A dare una scarica dopo l’introduzione leggiadra è Il Genio (L’Importanza di Essere Oscar Wilde), brano carico di ritmo con un riff ridondante, sonorità rock rielaborate dalle capacità artistiche della band e giochi testuali. L’acustica Catastrofe racconta di un incontro con una vita guastata, quella di un barbone sotto i portici del paese, con un finale in crescendo che accentua quel sentirsi solidali mentre si maschera la paura di fare la stessa fine e di non appartenere più, un giorno, alla gente comune.

Un altro brano morbido è introdotto dalla chitarra acustica, dove in Osja, Amore Mio Cristiano Godano si fa supportare da una seconda voce nel ritornello di questa canzone dedicata al poeta russo Osip Mandelstam, che scrive alla moglie prima di essere ucciso dal regime staliniano. Poesia in distorsione sonica in Seduzione, dolci pennellate raccontano l’animo spento di Adele, una ragazza minacciata da uno stalker e Su Quelle Sponde un basso garage guida sinuoso ipnotici chiaroscuri.

Giacomo Eremita strizza l’occhio ai bei vecchi tempi con le sue liriche irriverenti su una struttura musicale atipica. Senza Rete ha un arpeggio strumentale di circa due minuti prima che la voce drammatica di Godano canti un inno alla libertà con sbraiti elettrici, una canzone che tocca l’apice di questo album. Ancora una chitarra acustica per uno dei brani più emozionanti, La Tua Giornata Magnifica, e la tribolante Solstizio chiude questa nuova fatica.

Rispetto a Ricoveri Virtuali, il precedente album, si è fatto qualche passo avanti. I brani più tirati non trainano però l’album come ci si aspetterebbe, dominato sostanzialmente dalla verve acustica anche se non mancano le solite atmosfere noise nei diversi brani che caratterizzano lo stile dei Marlene Kuntz, che rimangono comunque tra i migliori gruppi rock italiani e forse per questo ci si aspetta sempre molto da loro.

Sito web: www.marlenekuntz.com

 

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Luca Paisiello
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