Le Maschere di Clara: 23

Quattro brani sperimentali per il trio veronese che con violino, piano e batteria miscelano la musica classica al rock sperimentale

Le Maschere di Clara

23

(Cd, Jestrai)

Rock sperimentale

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Le Maschere di Clara- 23Il trio che compone Le Maschere di Clara, nome ispirato dalla compositrice tedesca dell’Ottocento Clara Wieck, arriva da Verona e propone 23, un EP di 4 pezzi per presentarsi al pubblico con l’intenzione di legare la musica classica al prog-rock esplorando architetture musicali estranee alla canzone canonica.

In particolare pianoforte e violino vengono prestati qui a sonorità piuttosto aggressive e infuriate, con armonie classiche esasperate offrendo  canzoni suonate senza la chitarra, uscendo comunque con un suono di natura prog rock ed elettrica, attraverso i guizzi del violino, le isterie e dolcezze del pianoforte e l’accompagnamento furioso della batteria.

Porpora pare un discreto inizio, in Frammenti dispiace che la parte vocale non sia abbastanza curata perché ne poteva uscire un brano piuttosto interessante. Più travolgente e sperimentale La Scala di Escher, fatta di cambi di tempo e follie musicali in cui gli strumenti vengono storpiati a fondo. Un velo pietoso invece avvolge l’ultimo brano Sogni Estinti, che ci fa comprendere quanto non sia di loro interesse approcciarsi a musicalità più orecchiabili per avere una maggiore attenzione.

Con una registrazione tra l’altro poco convincente, 23 è un Ep viscerale e surrealista di difficile ascolto che purtroppo, pur riconoscendo la bravura musicale dei tre musicisti, è macchiata da scarni testi con l’intento di usare piccole recite teatrali nervose piuttosto che povare una comunicazione maggiormente più incisiva.

Decisamente molto di nicchia.

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Luca Paisiello
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