L’Introverso: Io

I 5 componenti dei L’Introverso raccontano vortici di stato d'animo in un’autobiografia intima sullo sfondo di una Milano colma di quell’amore/odio profondamente lancinante

L’Introverso

Io

(Cd, La Stanza Dischi)

pop, rock

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Debuttano i milanesi L’Introverso, quintetto che La Stanza Dischi lancia con un primo album, Io. Nome e titolo del disco richiamano il rapporto intimo con se stessi, su cui si basa l’intero lavoro. Un’opera di rock leggero proposta con discrezione attraverso arrangiamenti delicati, chitarre mai dannatamente chiassose, testi interiori, un buon affiatamento tra i cinque componenti.

Primo Attore è la ritmata traccia di apertura che racconta la volontà di non essere solo un semplice spettatore, ma il protagonista assoluto sul palco della vita, con la paura di non riuscire a mantenere gli intenti. Sentiamo un dominio di elettronica mescolata alle armonie rock che contraddistinguono il pezzo. Singolo di lancio è L’America, altro brano scagliato per farci comprendere l’identità musicale di questo gruppo, che fotografa una città spenta e insicura.

Il mood di Da Solo è fatto di oscillazioni malinconiche e introspezioni docili, e anche in Speranza la dimensione nostalgica sottolinea la profondità cantautorale degli Introverso, una richiesta di aiuto nei momenti in cui incombe il pessimismo e il tormento. Gli arrangiamenti non li trovo sfolgoranti ma sono molto curati grazie anche al dietro le quinte di Alessio Camagni, che ha lavorato con i Ministri e ha un occhio di riguardo per la produzione giovanile italiana.

Si prosegue con un buon tiro in Sospiri che sembra offrire qualche venatura alla New Year’s Day nelle strofe, con più vibrazioni elettriche nel ritornello di una serena passeggiata in una giornata ventosa sul Naviglio, che porta finalmente un po’ di fiducia. Nuvola Rotta è un commovente lentone su un amore perduto che, insieme a Viaggiare e Poi, fa il paio con i ritmi sognanti e romantici aggiungendo un pizzico di emotività attraverso un piano celestiale.

Io è un confessionale a nove tracce d’autore dove misantropia, solitudine, riflessioni, paranoia, nostalgia e speranza si incrociano lungo il cammino.

Un esordio di tutto rispetto per presentarsi sul mercato: ora L’Introverso dovranno lavorare sodo per colpire maggiormente in profondità e per non fare la fine di quelli che pubblicano dischi fotocopia, ma che provano a migliorarsi raccontandosi e sperimentando.

 

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Luca Paisiello
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