British Sea Power: Valhalla Dancehall

Uscito il 1/1/11 (trovata promozionale a dir poco raffinata), il nuovo album dei British Sea Power è l'appuntamento immancabile per gli amanti del post rock condito in salsa indie. Gustoso ed iconoclastico è un ottimo modo per salutare il nuovo anno appena iniziato

British Sea Power

Valhalla Dancehall

(Cd, Rough Trade)

post rock

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British Sea Power- Valhalla DancehallBrighton è una cittadina sulla costa meridionale dell’Inghilterra, conosciuta per i suoi meravigliosi parchi e per l’annuale celebrazione del gay pride. Brighton inoltre la città Natale di uno dei gruppi indie pop più influenti della musica inglese, i British Sea Power.

Dall’esordio con The Decline of British Sea Power, la band ha catturaro il pubblico con il suo stile inimitabile e la presenza scenica, tanto da arrivare a vincere il London Time Out Live Band of the Year award nel 2004. Dopo l’abbandono del tastierista Eamon Hamilton nel 2006 la band ha pubblicato due album per poi dedicarsi alla musica live. Ritornati nell’ottobre 2010 con l’EP Zeus annunciano dell’uscita di un nuovo album nel 2011.

Valhalla Dancehall mantiene lo stile inconfondibile della band, cercando però di allontanarsi dall’eccessivo pathos del passato ed inserire melodie elettroniche e dal retrogusto new wave. Il post rock non manca, solo si trova affiancato a sonorità edulcorate di un indie pop gioviale e nevrotico.

Who’s in Control è un chiaro esempio delle influenze new wave, corredata di ritornello piacevolmente orecchiabile alla Robert Smith. Basta però aspettare la fine di We are Sound per ricadere nei sognanti paesaggi post rock con Georgie Ray, in cui voce, base e strumenti si intersecano in un gioco di rimandi onirici in una indiretta rivisitazione delle atmosfere dei Echo & the Bunnymen di Killing Moon. La band non ha mai nascosto la sua devozione all’hardcore punk, nonostante non sia nello stile dei BSP;  spesso infatti le chitarre si fanno più rumorose e nevrotiche, come nella chiassosa Thin Black Sail o nell’electro-pop di Stunde Null. Uno dei brani di rilievo è sicuramente Mongk II, seguito di Mongk presente nell’EP Duets. Observe the Skies è pura sperimentazione indie pop in un vivace e spensierato motivetto surf pop che rimanda gli americani the Drums. L’album si chiude con due brani spiccatamente post rock, Heavy Water e l’interminabile Once More Now, di ben undici minuti.

Nonostante siano presenti alcuni brani “riempitivi”, che creano un ponte tra una canzone e l’altra senza trasmettere nulla in particolare, Valhalla Dancehall si presenta indubbiamente come uno dei più attesi ritorni del 2011, riconfermando i British Sea Powers come una band iconoclastica, unica e inconfondibilmente inglese che ha dominato gli anni zero e si appresta a conquistare il decennio appena iniziato.

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