Omar Pedrini: recensione di Sospeso

Ecologia, spiritualità e futuro sono i temi portanti del sesto disco in studio di un Omar Pedrini a tutto rock.

Omar Pedrini

Sospeso

(Universal)

rock

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Nato tra la tenuta agricola toscana in cui Omar Pedrini coltiva prodotti biologici, e la sua Brescia, il nuovo album solista del fondatore dei Timoria arriva dopo una pandemia e due anni travagliati passati sotto i ferri per ben 4 operazioni al cuore ipertrofico. Un leone Sospeso in una gabbia che ha dovuto pazientare prima di rimettersi al lavoro e calpestare di nuovo il palco.

10 nuove canzoni usando una formula sonora che abbraccia il prog rock, il post punk e la new wave a braccetto con le atmosfere degli ultimi suoi lavori, iniziando dal dialogo spirituale di Dolce Maria, una preghiera sui bisogni terreni delle persone scontrandosi con “un mondo in preda del denaro e la follia” e terminando con Mangia Ridi Ama, in cui il cantautore bresciano avrebbe preferito fare a meno di ripartire in un nuovo viaggio “per tutti i paradisi fuori o dentro te”.

Ne La Giusta Guerra Omar manifesta stupore per i fiori bianchi fioriti mentre attende il verde al semaforo, immagine che fa germogliare “speranza, se ha la forza di quell’albero”. La drammatica Ombre Etrusche dall’andamento lento e in crescendo riporta la disperazione di un amore smarrito citando il mito greco di Euridice, “tutto scompare quando una vita intera si brucia in una sera”, brano che ha una pausa armonica e sfocia in una coda psichedelica. Nella rockeggiante Diluvio Universale Pedrini esprime la vicinanza a Friday for Future, il movimento ispitato da Greta Thunberg, e gli attivisti di Ultima Generazione in Col Fiato Sospeso.

C’è un incitamento a non mollare quando canta “gioca finché puoi questa partita” (Finché è finita), con l’invito a credere nei valori che servono a salvare il mondo e l’anima, a volte curata dalla semplice presenza di una piccola figlia di dieci anni, quella cantata in Una e Unica, uno dei brani solari e brit rock presenti in questo disco. Insieme a Giacomo Papi, scrittore e autore televisivo, in Plastic Killer Pedrini va a rispolverare la new wave anni 80 picchiando su un bel basso, volando indietro a quel periodo in cui i Timoria si facevano chiamare Precious Time.

Niente ospiti in questo disco e niente assoli (Omar, non tradirci anche tu!), la produzione non ha sbavature, il disco è carico di energia e suona molto elettrico. Un Pedrini ecologista, intimo e se pur critico e con i suoi dubbi, lancia un messaggio ottimista. Lui, uno spirito affine a madre natura da sempre pronto a sporcarsi le mani nella terra stessa, non ha perso l’occasione di dire la sua a difesa dell’ambiente, chiedendo impegno sociale da parte di tutti e benedicendo le nuove generazione che protestano in maniera pacifica per il cambiamento e la salvaguardia del loro futuro Sospeso ed enigmatico.

Sito web: www.omarpedrini.com

 

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Luca Paisiello
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