Misteriseparli: recensione di Speedbeforedeath

Speedbeforedeath dei Misteriseparli è la risposta elettro-funk al mega show itinerante del Jova Beach. Album d'esordio con il quale il duo pescarese ci proietta su un dancefloor dalle influenze eterogenee e vintage.

Misteriseparli

Speedbeforedeath

(Vina Records)

elettro-funk, dance disco, afrobeat, psichedelia elettronica, trip-hop, kraut-beat, hi-nrg moroderiana, lounge, tribal ambient

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misteriparliSpeedbeforedeath dei Misteriseparli è la risposta elettro-funk al mega show itinerante del Jova Beach.

Edito per Vina Records e raccolto in sei tracce, Speedbeforedeath è l’album d’esordio del duo pescarese Misteriseparli, progetto dei musicisti Giuseppe Palmieri e Andrea Sestri – in arte Pepi e Andrew – che sulla bio di Instagram si autodefiniscono come “un night party sulla spiaggia in cui synth e chitarra si muovono liberi dagli schemi”.

I due polistrumentisti abruzzesi, incontratisi in Andalusia una decina d’anni fa e dopo aver condiviso un percorso di affiatamento strumentale attraverso lunghe jam session in studio, hanno finalmente rilasciato la loro prima esperienza discografica – il loro primo “soundsystem” – attraverso uno spartito dinamico e pienamente inserito nel contesto “mixing and melting” del nostro presente, che si posiziona nell’ampio spettro delle proposte da ballo e attinge dalla lezione del passato, coinvolgendo contaminazioni eterogenee tutt’altro che fuori dagli schemi (esattamente, quali schemi?).

I Misteriseparli riescono a imbastire un casting multimediale fatto di composizioni dalle sfumature vellutate e adrenaliche, dove si mescolano e amalgamano – come fossero ingredienti che si aggiungono mano a mano, oppure come formule magiche che si tramandano di generazione in generazione – ritmiche percussive aderenti alla musica nera (dub, afrobeat e funk), profumazioni vintage della disco-mania-dance dei primi Duemila, quel tiro dancefloor metropolitano dal retrogusto esotico (Do You Wanna Get Some?), certe pulsazioni synth-cardio di matrice moroderiana, quei riverberi ipnotici, lisergici e dilatati di chitarra che rimandano a una psichedelia cosmica di fattura settantiana (Bengala), gli effetti gracidanti, notturni e umidi del trip-hop (Fosso Grande), e infine le oscillazioni intime dell’elettronica lounge, concedendosi – ogni tanto – il lusso di affacciarsi nei territori effervescenti e gommosi della beat-disco bristoliana e in quelli più frenetici della funkadelia.

 

Con l’intenzione di votare il proprio background stilistico retrò alla volta di un genere d’intrattenimento meno accondiscendente nei confronti dei desideri ossessivi del mainstream della contemporaneità, Speedbeforedeath rievoca i suoni familiari della soft-disco e scivola spontaneamente sui binari disimpegnati e cabriolet della nostalgia (Houstoned), in quei luoghi remoti della memoria in cui sentiamo di essere stati veramente amati, svolazzando tra ritornelli semplici e accattivanti (“catchy”, come si suol dire) e dissolvendosi lentamente verso atmosfere dalle tinte chiaroscurali e brumose (Bang-Ra), immaginando di ritrovarsi intorno a un falò in compagnia degli Hot Chip, a sorseggiare cocktail a base di “Manhattan” insieme a James Murphy.

Diversi anni fa, proprio il deus ex machina degli LCD Soundsystem James Murphy affermava che il mondo non aveva bisogno di nuova musica, e chi faceva musica dance lo faceva per far ballare la gente, senza ambire ad alcuna sorta di rivoluzione. Sulla scia di questo pensiero dal carattere pragmatico, Pepi e Andrew dei Misteriseparli – direttamente dalle correnti espressive di una Pescara multietnica e multiforme – ci guidano all’ascolto del loro gradevole battesimo autorale, tuffandosi nella promessa di malinconia settembrina che recano con sé i mari estivi. E alla fine della fiera, gli stessi Pepi e Andrew sembrano domandarsi, o domandarci: che senso avrebbe non volere un po’ di tutto questo?

facebook/misteriseparli

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