Martial Solal
Longitude
(Cd, CamJazz, 2008)
jazz
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Come suona il jazz un arzillo ottantunenne? Ma … chiaro: con la voglia di sorprendere ancora!
Martial Solal è una solida certezza per tutti gli appassionati di piano jazz. Sanno che da lui ci si può aspettare sempre grandi album, alla perenne ricerca/conferma di una cifra stilistica tanto personale quanto in continua evoluzione.
Ci riferiamo a quel suo modo di suonare il piano, quasi a schegge di fuga, che qui s’innesta a meraviglia col basso di Francois Moutin e i labirinti percussivi di Louis Moutin. Il trio chiede (e ottiene) un’attenzione assoluta, condizione necessaria per affrontare i quaranta minuti di viaggio longitudinale su strade non battute dai più, ma che portano verso il Paradiso della Musica.
Il pianista franco-algerino gioca con l’ipnosi dell’ascoltatore: prima la provoca e poi … ne spezza inesorabilmente l’incantesimo, proponendo nuovi modi/mondi in cui risvegliarsi, quelli in cui è la Libertà d’Espressione, scevra da ogni obbligo, a regnare come sovrana assoluta.
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