La Sindrome di Kessler: recensione disco omonimo

Un rock influenzato da indie, alternative e noise innovativi è la ricetta musicale de La Sindrome di Kessler, quartetto romano alle prese col suo disco omonimo

La Sindrome di Kessler

s/t

(Autoproduzione)

grunge, alternative rock, indie rock, psychedelic rock

Etichetta: auto-produzione

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La Sindrome di KesslerUn rock influenzato da indie, alternative e noise innovativi è la ricetta musicale de La Sindrome di Kessler, quartetto residente nelle Capitale che si prepara a tornare in studio perle registrazioni del secondo album. Se l’esordio impastava con gusto ed equilibrio grunge e musica colta, adesso la band è più che mai decisa a creare un nuovo muro sonoro dall’impatto ancora maggiore, senza tralasciare l’imprevedibilità e la sensibilità che hanno già caratterizzato alcuni brani.

Un sound internazionale che prende spunto dai rabbiosi e al tempo stesso malinconici anni ’90 tutti a stelle e strisce di Nirvana e Soundgarden, arricchito da testi elaborati da un’esigenza e un’urgenza comunicativa evidenti che ricorda i primi Agnelli e Godano alla perenne ricerca di una luce in fondo al tunnel. Si avverte il bisogno di esprimersi, di svuotare anima e corpo dai troppi pensieri e dubbi che alimentano la quotidiana esistenza, con un’immediatezza  a tratti spiazzante, sottolineata e rafforzata dalla voce graffiante, elegante e riconoscibile di Antonio Buomprisco il quale, assieme a Canio Giordano (chitarra, voce ed effetti), Roberto Cola (basso) e Luca Mucciolo (batteria) arricchisce il genere sperimentale ‘made in Italy’ nel marchio di fabbrica La Sindrome di Kessler.

Il progressismo della band necessita più di un ascolto, se è vero che i temi affrontati dalle liriche vertono su incomunicabilità, disagio, aspettativa e modernismo, il tutto su di un piano controverso e spesso parallelo. A volte lento o pesante, il corpus sonoro de La Sindrome di Kessler è una storia narrata con poesia e abbracciata da armonie oscure e profonde. Come tutte le cose più preziose e sorprendenti, ci vuole pazienza e dedizione per riconoscerne il valore.

Quiete e tempesta, sono questi i termini giusti per presentare questo indie grezzo dal cuore pulsante. Una forte identità artistica che ritroveremo sicuramente nel nuovo album adesso “work in progress”.

 

 

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