Koogaphone: Rocket Science

Disco d’esordio per i londinesi Koogaphone, a metà tra rock e pop buttando un occhio ai ’70 e agli ’80

Koogaphone

Rocket Science

(CD, Promo Records)

rock, pop

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Koogaphone- Rocket ScienceI Koogaphone sono un trio composto da due belle figliole alle corde e un ‘beatoTraLeDonne’ ai tamburi. Animo rock, melodie pop e la ricorrente passione per la musica a cavallo tra i ’70 e gli ’80 sono il loro biglietto da visita.

Rocket Science è si un disco d’esordio, ma negli ultimi due anni la band ha fatto bagaglio di esperienze molto importanti cominciate grazie al riconoscimento della PRS Foundation, associazione inglese che aiuta i gruppi più promettenti del paese ad emergere. In cima a tutte va messa senza dubbio la partecipazione al Glastonbury Festival che gli ha dato la possibilità di esibirsi di fronte ad un pubblico di circa tremila persone che ballavano sotto il loro palco, ma non deve essere esperienza da meno partecipare come ‘wedding band’ al bizzarro matrimonio di Jake Shears (The Scissors Sisters) che si è sposato con la sua immagine riflessa in uno specchio in una improvvisata chiesa gonfiabile!!!

L’album è prodotto da Gareth Parton, il mago dal cilindro del quale sono usciti conigli del calibro di The Go! Team e Pippettes, ed è un ottimo disco. Come già detto le sonorità spaziano tra il rock ed il pop senza mai sconfinare troppo nè nell’uno né nell’altro genere. Dieci tracce che danno un immagine abbastanza nitida e ferma dei Koogaphone, dove la bella voce di Julie Gravel si fa spazio tra le ritmiche sostenute, ma mai forsennate ed il sound della band nella sua totalità convince sin dal primo ascolto.

Sfogliando rapidamente la tracklist si spazia dal rock&roll di Save some Light, White Trash e Easy Lay alle ballad tipo My skin ed il primo singolo estratto Just Like me passando per il rock più seventies di Something Better e Killer looks. In conclusione quindi Rocket Science è un album che sicuramente non spicca per originalità, ma che farebbe la felicità di qualunque produttore(amante del rock e di quelle sonorità vagamente retrò) per la sua facilità d’ascolto e per il bacino d’utenza a cui  un gruppo come i Koogaphone potrebbero rivolgersi.

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Eugenio Battaglini
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