Just For Now
Aquagymmers From Hell
(Overdub Recordings)
R&B, soul funk, elettronica dub, hip-hop, fusion, jazz, chill-out, etnica, afrobeat
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Anticipato dall’uscita dei singoli Gringo Groove Ipnotico Stop e I Hate This 404, esce Aquagymmers From Hell, l’EP d’esordio del duo soul funk Just For Now, edito per Overdub Recordings.
Dopo alcune esperienze pregresse in altre realtà musicali e l’idea di mettersi in proprio, assecondando nuove esigenze espressive, Jacopo Robba (voce, loop ed elettronica) e Giovanni Taddia (chitarra 8 corde) sono riusciti a combinare le rispettive individualità all’interno di una rinnovata sintonia scritturale, attraverso una sensibilità compositiva che fa da cerniera crossover tra l’agrodolce malinconia del nostro cantautorato e quei ritmi d’oltreoceano che confluiscono in diverse sfumature della black music, alternando liriche in italiano e flow rappato in inglese.
Come Cowboys From Hell fu l’album della svolta per i Pantera, così Aquagymmers From Hell rappresenta un decisivo cambio di direzione per i due musicisti emiliani. Nelle sei tracce che compongono Aquagymmers From Hell (Miraim, Gringo Groove Ipnotico Stop, I Hate This 404, Chiller, più le alternative version dei due singoli pubblicati), il duo bolognese dà vita a un disco dal carattere marcatamente plurale e dal sound aerobico, spaziando con disinvoltura e un pizzico di disincanto tra influenze stilistiche eterogenee – quando frizzanti, ballabili e ironiche quando più intime e sofferte – attingendo da canoni stilistici come Marta sui Tubi, Red Hot Chili Peppers, Culture Club, Hiatus Kayiote e Steely Dan, passando per grandi classici come Otis Redding o Bobby Womack.
In questo primo step discografico, i Just For Now propongono un format fusion-easy listening dalle contagiose ritmiche groove, in grado di svelare le luci rarefatte di una provincia che si lascia sedurre da comode pratiche di rassodamento muscolare in acqua e dal fascino magnetico della contaminazione: si va dai malinconici beat di elettronica dub ai pulsanti slap del funk e alle ammalianti linee dell’R&B, a cui si aggiungono sensuali vibrazioni soul-jazz in slow motion, suggestive fragranze orientali, l’esotismo di percussioni etniche e tiepide effusioni chill-out con vista Cafè del Mar.
Per ciò che invece concerne l’aspetto narrativo, Aquagymmers From Hell custodisce un invito intrinseco a sopravvivere e ricostruirsi, ad accogliere le emozioni contrastanti che spesso incidono sulle nostre scelte (siamo gregge o pastore?), a riflettere sulle opportunità mancate e a mitigare le delusioni sentimentali, come se quest’ultime fossero muse ispiratrici indispensabili per qualsiasi forma d’arte (“you won’t love me anymore, and I don’t understand how to do all the things on my own”).
Nel frattempo, mentre rincorriamo oasi analgesiche in questo brutto posto chiamato mondo, attendiamo che il tempo faccia il suo corso. D’altronde, non c’è miglior medicina del tempo, sebbene niente potrà più tornare come prima (“a quando il mare era calmo”, direbbe Andrea Laszlo De Simone) e nonostante certe cicatrici restino proprio lì, da un lato in memoria di quelle emozioni e dall’altro accarezzando nuove velleità di leggerezza: “I just want free and easy like Lionel Richie”.
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