James Senese: recensione di Stiamo Cercando il Mondo

Nonostante i suoi ormai 60 anni di carriera, James Senese non si arrende e continua a cercare una realtà in cui vivere liberi e in pace, usando l’arte come mezzo espressivo.

James Senese

Stiamo cercando il mondo

(Arealive/Believe)

funk, blues, jazz

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James Senese è una delle figure che hanno portato la città di Napoli agli onori del mondo, con il suo mix di jazz, funk e afro di matrice partenopea. La sua coerenza e il suo impegno hanno fatto di lui un punto di riferimento per generazioni di musicisti, un’artista capace di unire padri e figli nei suoi eventi live che sono un vero e proprio rito collettivo.

Stiamo cercando il mondo è il suo ventunesimo album, frutto di quell’urgenza espressiva che da sempre lo porta a dare voce a tutto ciò che lo circonda, mettendo al centro le emozioni dell’essere umano. Le nove tracce, divise tra brani cantati e pezzi strumentali, racchiudono un’alternanza di sentimenti in bilico tra l’amore e la rabbia, per cui l’attualità resta una delle principali forme di ispirazione, condita con un pizzico di ironia, perché “ogni tanto bisogna anche ricordarsi di sorridere.”

Il suo sax, da sempre l’elemento più riconoscibile della sua musica, fa da filo conduttore a una narrazione che ancora una volta risente di molteplici influenze, dove il jazz e il funk la fanno da padrone, ma nella quale non manca il blues, una spruzzata di latin music e – ça va sans dire – la tradizione napoletana.

Nonostante una delle carriere più longeve della storia, James Senese non smette di cercare il mondo, inteso come una realtà alternativa nella quale vivere liberi e in pace. E lo fa usando l’arte, consapevole che uno dei suoi innumerevoli obiettivi dovrebbe essere quello di dare forma a ciò che possiamo solo immaginare. E, con questi presupposti, la sua opera di ricerca è destinata a continuare a lungo.

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