Electric Campfire 2014: recensione Raster-Noton a Villa Massimo, Roma, 12 settembre 2014

Anche nel 2014 la Raster-Noton si propone come faro delle sonorità digitali, minimal-techno, glitch e sperimentazioni. Ce l'anno dimostrato Diamond Version, Emptyset, i fratelli Lippok, Kyoka e altri ancora

Electric Campfire 2014

Raster-Noton a Villa Massimo (Accademia di Cultura Tedesca)

Roma, 12 settembre 2014

live report

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electric campfire raster noton 2014 recensione

La consegna dell’estate all’autunno da diversi anni passa da Villa Massimo, a Roma, sede dell’Accademia di Cultura Tedesca. L’istituzione nel 2007 ospitò Carsten Nicolai (in arte Alva Noto) come borsista del corso di musica elettronica. E da allora, con i suoi sodali della Raster-Noton, ogni anni nello splendido parco della villa viene organizzato l’Electric Campfire, un festival di 4 ore per 8 artisti, tutti rigorosamente in scuderia dell’etichetta tedesca da lui co-fondata, la Raster-Noton, appunto.

 

Dopo i fasti di due anni fa, lo scorso anno si decise di ampliare gli spazi a disposizione del pubblico (che interviene gratuitamente previa registrazione e che gode anche di un open-bar), salvo misteriosamente quest’anno ripiegare nella “solita” arena immersa nel verde.

Sia come sia, anche nel 2014 la Raster-Noton si propone come faro delle sonorità digitali, minimal-techno, glitch e sperimentazioni. E mentre nel 2013 avevamo notato qualche segno di stanchezza, quest’anno i risultati sono stati spesso esaltanti.

A cominciare proprio dai padroni di casa, quei Diamond Version di Alva Noto e Byetone (due dei tre boss dell’etichetta discografica celebrata stasera). Si prendono il posto d’onore, chiudendo una serata memorabile. Il loro progetto è in piedi da due anni, periodo nel quale hanno licenziato cinque EP e un album, andando a scaldare anche le folle degli stadi aprendo una manciata di date dei Depeche Mode. La loro minimal techno è fatta soprattutto di muscoli, perfetta sintesi dell’approccio cerebrale di Alva Noto e di quello più istintivo dell’autodidatta Byetone. Il risultato è a dir poco esaltante. Sono dei maestri che senza false pudicizie citano/si appropriano dei Kraftwerk di Numbers e, allo stesso tempo, spostano in avanti il concetto di minimal techno, rendendo questo genere tanto mentale quanto fisico.

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Prima di loro ritornano sulle scene insieme i fratelli Lippok, ovvero due terzi dei To Rococo Rot. Il loro progetto Ornament & Verbrechen risale a prima della band che li ha portati al successo, fu messo al congelatore e ora riprende vita. Il loro set ha dimostrato come i fratelli Lippok siano ancora in grado di sperimentare, di giocare con l’elettronica declinandola in chiave post-rock-kraut-rock, spostando in avanti il discorso musicale dei To Rococo Rot. Purtroppo però stasera ci sono stati due problemi. Delle parti cantate in platea è arrivato poco o nulla e ad ogni modo la proposta musicale degli Ornament & Verbrechen è risultata fuori contesto per un pubblico affamato di beats ad alta battuta. Ci aspettiamo però grandi cose dagli Ornament & Verbrechen, sia in studio e sia – magari – in un live dedicato.

Emptyset, ovvero come dare in pasto al pubblico 30 minuti di scariche elettriche/elettroniche e provocare entusiasmo ed esaltazione, mantenendo viva la lezione dei Pan Sonic. Il duo di Bristol non si fa il minimo problema, proietta sul maxischeremo le oscillazioni dei loro suoni, produce ritmi ossessivi e li devasta con violentissimi attacchi noise. Non ce n’è per nessuno: l’ottimo impianto audio restituisce un violentissimo quanto estatico flusso sonoro che getta il pubblico in un trip senza via d’uscita. Geniali.

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Kyoka @ Electric Campfire 2014, Roma, Villa Massimo. Foto di Massimo Garofalo
Kyoka @ Electric Campfire 2014, Roma, Villa Massimo. Foto di Massimo Garofalo

Prima di loro Anne-James Chaton ha proposto in breve le sue sperimentazioni linguistico-digitali, Kyoka ci ha divertito con la sua techno impazzita e le “danze” sono state scaldate in apertura dall’involuto dj set di Pomassl.

Discorso a parte merita Ueno Masaaki. Una prima assoluta per l’Italia, in attesa che esca il suo primo EP. Il suo set è stato molto interessante, ma con qualche se e con qualche ma. Beats velocissimi infettati di rumorismi ispirati / tratti da fenomeni naturali, micro-spostamenti sonori e ricerca assai spinta. Da questo primo assaggio, però, ci è sembrato tutto basato su una unica idea, declinata in diverse forme ma stanchevole in tempi brevi. Rimandato a più approfonditi ascolti.

Folla delle grandi occasioni, location incantevole, organizzazione ottima. Anche quest’anno l’Electric Campfire ha dato grandi soddisfazioni a tutti gli appassionati di musica elettronica, regalando divertimento, cultura e speranza che la tanto involuzione della computer-music, da più parti paventata, per merito della Raster-Noton è ancora di là da venire.

 

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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