Devo
Something for Everybody
(Cd, Warner)
pop, rock, electronica, new wave
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Negli anni ’70 e ’80 dichiaravano che la razza umana aveva raggiunto il suo apice evolutivo e che era iniziato un lento ma inesorabile processo di de-voluzione verso una forma di uomo-patata.
Questa e altre profezie si sono grosso modo tristemente avverate. A gettare un occhio nella sfera di cristallo erano i Devo, che tornano con Something for Everybody a venti anni esatti dalla loro ultima uscita discografica.
In tutto questo lasso di tempo i fratelli Casale e soci si sono dedicato ad altro, agli effetti sonori per videogames, ai jingle pubblicitari e alla comunicazione multimediale in generale, salvo qualche anno fa ritornare insieme per un breve tour – immortalato nell’immancabile Dvd – e (ri)provarci gusto.
Si sono così messi al lavoro per un nuovo album, hanno buttato giù decine e decine di idee, hanno fatto scegliere ai fans su cosa continuare a lavorare, avevano quasi finito un anno fa ma hanno deciso di buttare tutto a mare e ricominciare da capo.
Ed eccoci a Something for Everybody. Là dove la miscela di punk, new wave ed elettronica che ha generato un cortocircuito di influenze reciproche tra i Devo, appunto, Kraftwerk, Bowie ed Eno, stupiva e lasciava stupefatti, oggi … sembra uscita da una cella di ibernazione, dove era stata chiusa venti e passa anni fa.
Something for Everybody è un album piacevolissimo, che scorre bene dall’inizio alla fine, ma che lascia piuttosto indifferenti, seppure con ampio spazio al divertimento, chi quella stagione l’ha vissuta da ragazzo. Là dove si era di fronte a una vera e propria rivoluzione musicale, ironica, politica e sperimentale senza essere mai difficile, oggi siamo troppo abituati a questo tipo di suoni per lasciarci sfuggire il minimo oooooh davanti ai Devo del 2010. Che però continuano a graffiare. Eccome.
Stavolta gettano una definitiva pietra tombale sul “sogno americano” e si mettono a profetizzare un futuro fatto di auto ibride altre diavolerie tecnologiche.
E seppure il loro suono non s’è spostato di una virgola in avanti rispetto a dove li avevamo lasciati, quello che sorprende e che fa di Something for Everybody un album estremamente godibile è scoprire quanto fossero “avanti” allora e quanto rimangono attuali oggi, cone la loro elettronica robotica e le chitarre sferraglianti.
Bentornati, Devo. Speriamo per restare di nuovo a lungo con noi.
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