Cucoma Combo: recensione disco omonimo

La musica contenuta all'interno di questo esordio degli italiani Cucoma Combo potrebbe essere definita con una parola che tanto di moda va in questi anni: integrazione.

Cucoma Combo

s/t

(Black Sweat Records)

world music

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Cucoma ComboLa musica contenuta all’interno di questo esordio degli italiani Cucoma Combo potrebbe essere definita con una parola che tanto di moda va in questi anni: integrazione.

Senza addentrarsi in analisi politiche, il gruppo guidato da Marco Zanotti abbraccia in questo lavoro di tutto: soul, bossa nova, Santana, musica brasiliana, africana, jazz, ritmi tarantolati, sonorità tipiche di quei film americani anni 70 fatte di inseguimenti e sparatorie.

Il tutto viene ben distribuito nelle dodici tracce che sono contenute dentro questo disco, dove sicuramente la spensieratezza e l’easy listening la fanno da padroni. Si tratta davvero di un bel viaggio, all’interno di un contesto musicale mai banale, in cui Zanotti ricerca con passione tutte quelle che sono le sue svariate influenze, creando un melting pot sonoro davvero di qualità.

Sembra, in alcuni casi, di essere catapultati all’interno di periodi storici totalmente lontani da quelli attuali, tra percussioni, flauti, trombe e chitarre funkeggianti che creano un tappeto musicale di tutto rispetto (Funky Oli).

Un disco, alla fine, piacevole ed interessante che dovrebbe attecchire nel cuore di chi ama sia i Calibro 35 e sia Sly the Family and Stone. Impresa sicuramente non facile. Anzi, davvero difficile, ma, a nostro avviso, riuscita molto bene.

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Francesco Brunale
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