Cose Difficili: recensione disco omonimo

Cose Difficili è una partnership che focalizza le sue idee sul tema del tempo che passa inesorabile ed inafferrabile, mischiando, in maniera beffarda e destabilizzante, passato, presente e futuro.

Cose Difficili

s/t

La Lumaca Dischi

synth pop, R & B, soul, funk, new wave

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Cose Difficili - COVER EpChi ha tempo non perda tempo. Perché fare domani ciò che puoi fare oggi. Il tempo è denaro. Il tempo è tiranno.

Potremmo andare avanti all’infinito con i luoghi comuni legati al tema del tempo, con tutti quei cliché e quei modi di dire che appartengono alla saggezza popolare del passato.

Quelle legate al tempo, ovviamente non come condizione metereologica, sono diventate tematiche sempre più diffuse, inflazionate e difficili da affrontare oggigiorno, in un mondo che va sempre più di corsa, dove chi si ferma è perduto.

Cose Difficili ci racconta proprio questo stato emotivo generazionale, attraverso i suoni sintetici di queste cinque tracce legate da un filo conduttore: il ritmo. Del resto, il ritmo è strettamente legato al tempo.

Cose Difficili è l’esordio discografico dell’omonima band calabrese proveniente da Cosenza, nata dall’incontro del cantautore Mattia Tenuta e del Dj producer Dj Kerò, a cui si è aggiunto il bassista Mario D’Ambrosio.

Il nome della band rende omaggio ai Casino Royale, storico gruppo torinese, e al loro celebre brano, mentre il sound di questo EP si muove, in maniera dinamica e leggera, tra la modernità sperimentale dell’elettronica, l’ispirazione R & B e funky-soul americana, e la tradizione della musica leggera italiana.

Il sound delle Cose Difficili è accompagnato dal cantato nasale di Mattia Tenuta che ricorda sin troppo chiaramente diversi mostri sacri della musica R & B statunitense ed interpreti pop internazionali e nostrani, quali Anastacia, Eros Ramazzotti, Marco Mengoni e vagamente il compianto Alex Baroni.

Cose Difficili è una partnership che focalizza le sue idee sul tema del tempo che passa inesorabile ed inafferrabile, mischiando, in maniera beffarda e destabilizzante, passato, presente e futuro.

La Favola di Plastica apre il disco con sonorità soul e funky; con Se Fossi Tu ci ritroviamo catapultati sulla scena synth pop degli anni ’80.

È Tempo è invece il singolo elettro-soul trainante che ha anticipato l’uscita dell’EP, un brano che si interroga sui valori del passato e l’incertezza del futuro, mentre siamo intrappolati nel limbo del presente, sempre più interlocutorio.

Tutto Semplice alterna ritmi R & B synth più incalzanti a momenti più distesi, quasi lounge; Ora Che Sono Qui è, invece, l’ultimo step di questo mini viaggio che si congeda attraverso sonorità elettroniche più evidenti, quasi techno.

In questa società sempre più digitalizzata e che demonizza tutto ciò che è ancora analogico, le cose semplici si sono trasformate in cose difficili: sono diventate la vera trasgressione del nuovo millennio.

Dobbiamo imparare a fare le cose difficili, come disse Gianni Rodari in una delle sue ultime poesie: liberare gli schiavi che si sentono liberi.

E se fossimo noi stessi il tempo?

 

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