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Chiara Raggi: Molo 22

Chiara Raggi col suo Molo 22 cerca di unire la tradizione del cantautorato italiano alla tecnica e alle raffinatezze della musica carioca

Chiara Raggi

Molo 22

(Cd, Lazarimus)

canzone d’autore

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chiararaggiChiara Raggi, da Rimini, affronta con decisione il fitto e affollato mondo del cantautorato italiano.

Folgorata sulla via di Mario Venuti, invece di cercare rifugio nelle pieghe del mare, come canta lei stessa, cerca di unire la nostra tradizione a quella brasiliana (che non è detto c’entri necessariamente qualcosa con la bossa nova, vivaddio), anche e soprattutto grazie alla mano di Roberto Taufic Hasbun. Chiara, diplomata in chitarra classica, ha arrangiato questo Molo 22 col collega carioca, raggiungendo risultati alterni.

La Raggi dalla sua ha una scrittura dei testi frizzante, mai banale e spesso interessante, ma ai raffinati arrangiamenti e alla buona produzione del disco non corrispondono canzoni memorabili.

Molo 22 scorre via piacevolmente, ma non ha né sussulti né sobbalzi. Non c’è un ritornello che sia facile ricordare; e seppure non è detto che ciò sia un difetto, rimane la sensazione che la maggiore attenzione sia stata posta sulla tecnica delle due chitarre e nella raffinatezza degli arrangiamenti, oltre che nella stesura delle liriche, mentre la scrittura musicale vera e propria è piacevole ma non efficace.

Insomma, Chiara Raggi ha una gran bella voce, suona bene e scrive dei bei testi; dovrebbe/potrebbe farsi aiutare anche nella scrittura musicale e non solo negli arrangiamenti. Ha tutti i numeri per fare meglio.
Da tenere d’occhio.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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