Carlo Masu e le Ossa: recensione di un Corpo Estraneo

Carlo Masu è molto conosciuto per essere uno dei membri fondatori dei C.U.T.: ha deciso di mettersi in proprio e con l’ausilio de Le Ossa, ha portato a compimento il suo esordio da solista. Ombre Di Un Corpo Estraneo è un lavoro ostico, ma intrigante, in cui si mescolano sonorità di ogni tipo che spaziano dal rock, al noise, passando per il garage.

Carlo Masu e Le Ossa

Ombre di un Corpo Estraneo

(Seltz Recordz; ViceVersa Records; Bare Bones Productions)

alternative rock

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Carlo Masu e Le Ossa_Ombre di un corpo estraneoCarlo Masu, che nella scena alternativa bolognese (e non solo) è molto conosciuto per essere uno dei membri fondatori dei C.U.T., ha deciso di mettersi in proprio e con l’ausilio de Le Ossa, ha portato a compimento il suo esordio da solista. Ombre Di Un Corpo Estraneo è un lavoro ostico, ma intrigante, in cui si mescolano sonorità di ogni tipo che spaziano dal rock, al noise, passando per il garage e i suoni atmosferici di una certa New York degli anni novanta rappresentata da un tizio fuori ogni regola come Money Mark.

In realtà, in questo album, si viaggia davvero negli spazi e nei meandri più oscuri dello scibile musicale e ogni tanto riaffiorano vecchie conoscenze delle nostre orecchie, come, ad esempio, i Marlene Kuntz de “Il Vile” che fanno quasi un cameo in Non Te Lo Dirò Mai, La Lama e in Sismi E Cataclismi.

Il moog viene ad avere un ruolo preponderante in tutto questo disco ed il suo suono greve si sposa benissimo nell’ossessiva Un’Assoluta Resistenza. Lo Scoppio Delle Arterie è, invece, un cambio di passo, perché è lenta e nera nelle sue atmosfere, mentre Il Mondo Che Brucia sarebbe perfetta da utilizzare in qualche film d’azione noir.

Concessioni per le melodie facili Masu non le regala appositamente, anche perché il suo cantato è cucito in maniera ineccepibile per queste sonorità che strizzano l’occhio anche al punk, oltre che al noise più aperto dei Sonic Youth (Più Nulla).

 

Nel finale le canzoni si fanno ancora più chiuse, come dimostrano la psichedelica On Air e la ruvida Perdimi. In sintesi, c’è molto da ascoltare, magari un pochino alla volta, in questo disco. Se si entra nel mood giusto, allora è difficile liberarsene. Ci vuole pazienza e tempo per approcciarsi a Ombre Di Un Corpo Estraneo, due doti che, purtroppo, al giorno d’oggi sembrano essersi sciolte come neve al sole.

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