Anathema: intervista a Vincent Cavanagh

E' in uscita Weather Systems, nuovo album degli Anathema. Per l'occasione, abbiamo incontrato Vincent Cavanagh, cantante e chitarrista della band

anathema-intervista-vincent-cavanaghE’ in uscita il nuovo album degli Anathema. Dopo We’re here because we’re here del 2010 e l’album raccolta Falling Deeper del 2011 esce oggi Weather Systems.

Per la presentazione dell’album la band si trovava a Milano. Li abbiamo incontrati per farci raccontare da Vincent Cavanagh, il chitarrista, un po’di chicche sul nuovo lavoro della band di Liverpool.

Intervista raccolta da Valentina Generali su testi di Miranda Saccaro e Valentina Generali.

La nostra chiacchierata comincia con un simpatico Buongiorno di Vincent con il classico accento anglosassone, al quale rispondo, sorridendo, a mia volta Buongiorno!

Rockshock. Weather Systems è ormai sugli scaffali dei negozi. Cosa ti ha soddisfatto maggiormente di questo album, com’è stata la sua gestazione e che cosa aggiunge secondo te nel percorso artistico degli Anathema?

Vincent Cavanagh. Ciò che mi ha dato maggior soddisfazione è stato sicuramente lavorare con un artista come Christian Cederberg, che tra l’altro è diventato uno dei miei migliori amici. Questo è un fatto molto importante, sai, perché lui è diventato la nostra guida. Ogni band ha bisogno di avere una guida, di fidarsi di qualcuno. E per noi questa persona è Christian. Ci sentiamo al sicuro nelle sue mani. Lo stesso vale per lui, anche Christian è felice di lavorare con noi. Poi il bello è che è accaduto tutto in modo molto naturale, abbiamo fatto un gran ottimo lavoro non senza fatica ma allo stesso tempo è stato naturale. Lui si è incastrato perfettamente nel quadro come dire… è entrato in sintonia con la band subito. E questo sì,  mi ha dato grandissima soddisfazione. Rispetto a We’re here because we’re here abbiamo fatto un  naturale passo in avanti. Una cosa che amo di Weather Systems è che ogni singola canzone è una sorta di crescendo, ogni pezzo è stato costruito con un’intensità sempre maggiore in un climax di emozioni. Diciamo che per metà è stato pianificato e per metà è stata direi una fortuna inaspettata.  Weather Systems è un album più semplice rispetto ai precedenti, pensa che  dura solo 55 minuti, ma non sembra! Posso dire anche che è l’album più coeso che abbiamo prodotto. Va suonato dall’ inizio alla fine perché è come un libro. Ha un senso. Ascoltato a pezzi, perde.

Sorride.

Rockshock. E Weather Systems è anche un album che si diverte a giocare sui contrasti, sulla contrapposizione di temi e parole. Troviamo il concetto di nascita e morte, luce e ombra, amore e paura. Cosa volete comunicare?

Vincent Cavanagh. In realtà è più una forma espressiva che una voglia di comunicare qualcosa in particolare. Sai è possibile avere due cose in una. Si può esprimere un sentimento malinconico o un’emozione ombrosa con una tale intensità che si può trasformare in qualcosa di gioioso. E’ così intensa che come si libera, e con la liberazione diventa quindi una gioia. Capisci? Sono due facce della stessa medaglia. Un po’ come quando piangi dalla gioia. Piangere è legato principalmente a emozioni tristi. Invece no, a volte lo fai dalla felicità così hai due emozioni in una. Per questo non penso vogliamo proprio consciamente comunicare è un modo  per esprimerci.

Rockshock. Dai vostri esordi nel death doom metal avete subito diverse mutazioni. Nel 2010 We’re here because we’re here vi ha catapultato in tutte le classifiche. La vostra musica ha subito vari cambiamenti, così come la formazione della band. Possiamo dire che la parola evoluzione è un elemento chiave della vostra musica?

Vincent Cavanagh. Sì. Evoluzione è probabilmente la parola più corretta per i nostri lavori. Io, Danny e John stiamo evolvendo nel modo di fare musica. Sai, ti muovi, evolvi. E’ come aprire una porta con se stessi. Apri, provi, vedi se ti piace, se funziona, e a quel punto non vuoi tornare indietro parchè magari hai trovato una nuova porta da aprire davanti a te. E così continui ad andare avanti. Le evoluzioni e i cambiamenti ci vogliono nella musica. Penso che l’evoluzione sia la vera essenza della vera progressive music.

Rockshock. E in queste evoluzioni non vi sentite mai infedeli verso le vostre origini? Spesso il pubblico si lamenta dei cambiamenti di rotta di determinate band?

Vincent Cavanagh. Vedi, se permetti alle aspettative del pubblico di entrare nella tua creatività  musicale non evolvi mai. È giusto rispettare le aspettative delle persone e il volere del pubblico certo ma dipende anche molto dal  tipo di band in cui suoni. Ad esempio gli ACDC. Loro sono così. E sei sicuro che è il meglio che possano essere, è la loro essenza, sono il top in quel tipo di musica. E non gli frega  di fare altro. Loro vanno avanti a fare ciò che hanno fatto per vent’anni. E lo fanno da Dio! Loro sono sempre stati quel rock, vogliono essere quel rock e saranno per sempre quel rock. Capisci? Io amo questo  tipo di band.  A volte ne hai bisogno. Hai bisogno di certezze no? Di  ACDC  ce n’è uno. Lo stesso vale per certi registi. Prendi  Tarantino. Si riconosce subito un suo film dallo stile no? Si aspetta il prossimo film di Tarantino. Il pubblico vuole quello. Se fa un film diverso… non è più un film di Tarantino. Capisci?E’ una questione difficile. Anche perché comunque il pubblico non vuole nemmeno il doppione…

Rockshock. Chiaro. A proposito di evoluzione e di vecchie e nuove sinergie, prima ci hai raccontato di Cederberg che è norvegese. Ha portato anche un contributo particolare a  livello culturale?  

Vincent Cavanagh. Mah..più che altro  Christian ha proprio interpretato ciò che noi volevamo fare. Si è creata subito  chimica tra noi. Ha completato il cerchio come ti dicevo. Sai non è facile trovare una persona così piena di talento che si incastri tanto perfettamente. E’ difficile poi noi siamo una famiglia quindi puoi immaginare l’affiatamento. Inoltre non volevamo che nessuno ci dicesse nulla su come fare musica, cosa cambiare, non eravamo molto avvezzi ai suggerimenti. Invece lui è perfetto! Se aveva un suggerimento giusto, bene, in caso contrario comunque non ci rimaneva male. Christian ha avuto l’abilità diciamo di processare le nostre idee e la nostra musica con tecniche di registrazione perfette. Espressività e dinamismo sono parole chiave del suo lavoro. E’ stato interessante e facile anche lavorare insieme. E la prossima volta faremo cose sicuramente altrettanto interessanti.

 Rockshock. Quindi si tratta di una collaborazione duratura?

Vincent Cavanagh. Decisamente.

 Rockshock. E sulla rinnovata collaborazione con Peter Carlsen?

Vincent Cavanagh. Peter ci ha presentato a Christian originariamente si conoscevano perché lui ha prodotto il secondo album di Peter. Ci siamo incontrati e abbiamo avuto l’idea di lavorare insieme, di provare quantomeno, e ha funzionato. Anche con lui c’è stata chimica. E oggi è un buon amico.

Rockshock. Invece del contributo di Lee Helen Douglas nei  vostri album cosa puoi dirmi?

Vincent Cavanagh. Le abbiamo chiesto di unirsi a noi qualche anno fa. Lee ha trovato subito il suo spazio e ha inziato a cantare a ogni concerto, è stata coinvolta pian piano. Lei suona anche come solista a Liverpool. Ogni tanto veniva in studio, sentiva le canzoni, provava…poi magari  andava via, ritornava, riprovava…è nato così.  E’ una persona positiva e averla intorno è stato un piacere.

Rockshock. E La sua figura come influenza la creazione dei pezzi? Vi capita di pensare a un brano già con la sua voce?

Vincent Cavanagh: Sì abbiamo immaginato la sua voce su un pezzo più di una volta, ci succede di dire hey questa canzone è per Lee. Oppure altre volte ci pare che una canzone non funzioni con l’album poi la canta Lee e diventa perfetta, è incredibile perchè lei capisce al volo. Facciamo anche duetti improvvisati. Insomma è creatività pura, per questo ci piace averla attorno.

Rockshock. Due parole sulla copertina. Un cielo immenso, un epicentro con un bosco avvolto su se stesso, c’è un significato dietro questa immagine? E il titolo dell’album, i riferimenti al tempo atmosferico anche nei pezzi hanno un significato particolare?

Vincent Cavanagh. La cover è un mare, un pianeta, è l’atmosfera senza gravità. E’ un’immagine bizzarra, surreale, strana. E’ criptica. E’ la metafora del nostro mondo interiore,  dei terremoti delle tempeste interni che ognuno di noi, che l’Uomo spesso ha dentro sé. Nella parte Intima. Cose con cui ci dobbiamo battere ogni giorno. Sono molto orgoglioso del’ artwork.

Rockshock. A proposito dell’artwork, piace e sorprende vedere come continuiate a metterci tantissima cura.. Le major del disco, però, hanno annunciato che dal 2013 potrebbero smettere di produrre Cd e vendere solamente file ad alta risoluzione. Cosa ne pensi?

Vincent Cavanagh. Ma… non penso sia del tutto vero. Le presone comunque vogliono toccare il Cd, averlo in mano. Qualcosa che esiste nello spazio fisico è lì, la puoi toccare. Esiste. La vedi. È diverso. Pensa anche al vinile. Oggi la gente lo compra. Se hai le tracce solo su computer e ti si rompe cosa fai? Le perdi. Dove finisce il tuo album? Certo, per gli artisti oggi è importante la multimedialità. Non lo metto in dubbio anche perché oggi è tutto molto interattivo. Però io do molto valore alla fisicità e metterci cuore per noi è sempre importante. E poi è anche una sfida no? Anche l’artwork è ispirazione.

Rockshock. E se ti capitasse di scoprire che una parte del pubblico invece di acquistare l’intero album acquista solo alcune tracce?

Vincent Cavanagh. Non saprei…qualcuno lo farà sicuro, anche perché se va su iTunes ha la possibilità di scegliere. Ma l’album è inteso per essere ascoltato dall’inizio alla fine. Come dicevamo è  un libro. Ascoltare solo una canzone è come leggere solo un capitolo di un libro.  Non ne capisci l’interezza.

Rockshock. Non abbiamo più tempo, ultima domanda.  Il 30 aprile suonerete all’Alcatraz di Milano. Com’è suonare dal vivo?

Vincent Cavanagh. Uhm…direi una sorta di collaborazione reciproca tra la band e il pubblico. C’è una connessione con la folla. Inoltre le canzoni sono reali, dirette…sono esperienze da fare insieme. Il pubblico va in delirio… e andiamo in delirio anche noi!

 Rockshock. Bene grazie Vincent, ci vediamo ad aprile!

Vincent Cavanagh. Grazie a voi! E’ stato un piacere!

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mamma giornalista e rock and roll

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