Alma Irata: recensione di Pillole di Inquietudine Sociale

Pillole di Inquietudine Sociale è il nuovo album della band romana Alma Irata: un assalto al fulmicotone sorretto da furia hardcore, visioni ansiogene di psichedelia doom e dall'inarrestabile groove del crossover novantiano.

Alma Irata

Pillole di Inquietudine Sociale

(Overdub Recordings)

alternative metal, psych doom, psych blues, hard rock, groove metal, crossover, hardcore punk

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A distanza di sette anni dalla pubblicazione di Deliverance, la band post hardcore romana Alma Irata torna sulle scene con il nuovo album intitolato Pillole di Inquietudine Sociale, edito per Overdub Recordings e anticipato dall’uscita dei singoli Sai Chi Ha Fatto La Rivoluzione? e Ogni Santo Giorno.

Un lungo periodo di riflessione che ha permesso al quartetto capitolino – composto da Daniele Longo alla voce, Augustin Senatore al basso, Santino Ricci alla batteria e Alessandro Ricci alle chitarre – di ritemprare il proprio fervore adrenalinico, sia sonoro sia testuale, servendosi ancora della musica come megafono sociale per manifestare resistenza e rigurgitare dissenso nei confronti del dissesto etico della contemporaneità.

Distorsioni cognitive, patologie interattive, crisi d’identità, individualismo alienante e profonda instabilità politica ed economica sono solo alcune delle istantanee che, tra inerzia e caos, contraddistinguono le macerie emotive dell’attualità. Ne scaturisce, così, un sentimento di malessere misto a indignazione da cui gli Alma Irata, assecondando la propria sensibilità narrativa e una abrasiva malinconica di fondo, ripartono per confezionare l’impianto tematico di questo nuovo capitolo discografico, imbevuto di una struttura lirica al vetriolo, emicranie esistenziali ferrettiane, corpo a corpo verbali e crudele realismo.

Un assalto al fulmicotone sorretto da furia hardcore, visioni ansiogene di psichedelia doom e dall’inarrestabile groove del crossover novantiano. Un arsenale di ritmiche dinamitarde, aggressive e granitiche, quasi a voler recuperare stilemi calligrafici di numi tutelari come Fluxus, Il Teatro Degli Orrori e Soundgarden, attraverso le quali gli Alma Irata si scagliano con veemenza e ardore contro gli orrori di una realtà sempre più disumanizzata e involuta sotto l’aspetto empatico e culturale, ormai incapace di abbracciare qualsiasi espressione di inclusività e pronta, invece, ad affossare i più deboli e ogni prospettiva di avvenire a favore di rapporti di convenienza.

Il concept analitico di Pillole di Inquietudine Sociale, subordinato a una inquieta forza evocativa, si focalizza sui cambiamenti sociali che hanno contraddistinto questi ultimi tre decenni di storia del nostro Paese, evidenziando le quotidiane manipolazioni di una comunicazione mediatica diventata sempre più tossica e polarizzante, le insulse azioni propagandistiche atte a fomentare sterili ideologie populiste (Sai Chi Ha Fatto La Rivoluzione?), gli abusi di potere (Solo Andata), la totale indifferenza della classe politica nei confronti dei più fragili e delle morti sul lavoro (Ogni Santo Giorno), l’ingannevole marketing della religione (Talismano), tutte quelle periferie urbane destinate al disagio e condannate ai propri fantasmi (Spettri) e le insidiose derive di una democrazia fatta di numeri.

È dunque questa la nuova frontiera dell’umanità: servi dei selfie, schiavi che producono per il bene collettivo, felici di prenderlo nel culo. Ma poi, quale benessere collettivo? Nel frattempo, il capitalismo raccoglie i profitti del consumismo, e il presente somiglia sempre più a un accumulatore seriale di promesse infrante. Insomma, in questo Paese non c’è verso di cambiare direzione, né tantomeno percorso culturale (Male Nostrano). Ci siamo rassegnati a ingoiare pillole, rimpianto e livore, relegati nella nostra bolla di mediocrità medio-borghese, e accondiscendenti verso quella mentalità conservatrice per cui l’unica rivoluzione possibile è che tutto rimanga uguale.

 

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