AA. VV.: Il Paese è Reale

Gli Afterhours approfittano del loro veloce passaggio a Sanremo per portare alla luce alcune delle più belle realtà musicali di casa nostra. E che con il festival dei fiori non hanno nulla a che fare

AA. VV.

Il Paese è Reale

(Cd, Europerecords, 2009)

rock d’autore


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ilpaeserealeQuanto sia stata opportuna o propizia la calata degli Afterhours a Sanremo è argomento già dibattuto fino alla nausea. Sicuramente ha giovato di più agli altri alieni che s’erano buttati nella mischia dell’Ariston qualche anno fa, mi riferisco in particolare all’avventura ligure dei Subsonica e dei Bluvertigo.
Non credo nemmeno che con i (pochi) passaggi televisivi ottenuti da Manuel Agnelli e soci abbiano reso un buon servizio a questa raccolta, che prende il nome proprio dalla loro canzone sanremese, Il Paese è Reale.

Ora la questione per chi come me deve scrivere di questo disco è proprio questa. Dovrebbe servire da trampolino di lancio per chi e per cosa? Per la scena underground italiana della vecchia guardia (Benvegnù, Basile e Parente in testa) e che di massa non diventerà mai? O a far risultare visibili presso il grande pubblico piacevoli realtà come Dente, Calibro 45 e A Toy Orchestra (quest’ultimi stavolta parecchio soporiferi, in verità)? O, ancora, a convincere il fan della kermesse di Bonolis a gettare alle ortiche l’intera raccolta di Toto Cutugno e Albano per correre ad accaparrarsi tutti i dischi degli Zu e dei Settlefish?

Insomma, Il Paese è Reale è un disco disomogeneo come solo le compilation di questo genere sanno essere, non serve certo al lettore di Rock Shock – che già affolla i concerti di Beatrice Antolini o dei Marta sui Tubi – e nemmeno a portare nuovi fedeli alla parrocchia dell’indie italiano, dato che il verbo è stato davvero poco diffuso.

La domanda, quindi, pur confermando la validità degli artisti coinvolti nel progetto, rimane comunque senza risposta: cui prodest?

Tracklist
1. Afterhours – Il paese è reale
2. Paolo Benvegnù – Io e il mio amore
3. Marco Parente – Da un momento all’altro
4. Dente – Beato me
5. Cesare Basile – Le canzoni dei cani
6. A Toys Orchestra feat. Luca D’Alberto – What you said
7. Reverendo – California
8. Calibro 35 – L’uomo dagli occhi di ghiaccio
9. Il teatro degli orrori – Refusenil
10. Roberto Angelini – Tempo e pace
11. Beatrice Antolini – Venetian hautboy
12. Zu – Maledetto sedicesimo
13. Zen Circus – Gente di merda
14. Marco Iacampo – Che bella carovana
15. Mariposa – Le cose come stanno
16. Settlefish – Catastrophy liars
17. Disco Drive – The giant
18. Marta sui tubi – Mercoledi
19. Amerigo Verardi + Marco Ancona – Mano nella mano

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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