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The Noise Who Runs: recensione di Come And Join The Beautiful Army

Con l'audacia dei progenitori del punk e il caos ordinato del primo post-punk tornano gli anglo-francesi The Noise Who Runs. Il nuovo EP Come And Join The Beautiful Army è una coraggiosa sfida al populismo.

The Noise Who Runs

Come And Join The Beautiful Army

(TNWR Records)

dark electro, pop, downtempo

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La scorsa primavera mi trovavo a scrivere di Preteretrospective, interessante debut album del progetto anglo-francese The Noise Who Runs di nuovo sul mercato con l’EP Come And Join The Beautiful Army su etichetta TNWR Records.

The Noise Who Runs nasce nel 2019 grazie al carismatico songwriter Ian Pickering (già  Sneaker Pimps e Front Line Assembly) e all’ispirato chitarrista franco-brasiliano Felipe Goes.

Strumento che latita visibilmente in questo ultimo lavoro come lo stesso Goes dichiara “Non so dove siano finite le chitarre, penso che la loro razione dipenda da quanto mi senta arrabbiato o triste, credo sia questo il genere di cose che mi regala l’energia per continuare a suonare trovando nuovi modi per far funzionare i brani, immagino di aver fatto pace con il mondo visto che in questi ultimi non c’è quasi traccia! Piuttosto ironico, non è vero? Dal punto di vista dei testi invece questo EP non è affatto pacifico!”.

I testi, senza dubbio, sono infatti la più grande forza di Pickering e quelli inclusi in Come And Join The Beautiful Army (Vieni e unisciti al bellissimo esercito) aumentano a dismisura la stima già ampiamente conquistata con l’album di debutto, ci troviamo di fronte ad una massa concettuale assai profonda tradotta con una poetica disarmante, davvero unica nel suo genere.

“Il disco è un appello alla solidarietà in un mondo costantemente governato da divisioni e discordie. L’inizio del ventunesimo secolo sembra ricalcare gli errori compiuti all’inizio del secolo scorso, durante la Prima Guerra Mondiale il senso sciovinista e l’orgoglio della nazionalità in tutta Europa, l’alterità di governi e nazioni impegnati nello sfruttamento di altri continenti, hanno portato alla carneficina più oscena e inutile, oggi tristemente sembra che non sia cambiato nulla se non le modalità, invece di arruolarci per mandarci al macello in Francia e in Belgio stanno tentando di farci morire di fame a casa nostra mentre lavoriamo dalla mattina alla sera per un stipendio mensile capace di coprire a malapena il costo della vita” afferma Ian Pickering che aggiunge “Sarebbe un bellissimo esercito quello formato da persone che rifiutano le patetiche guerre culturali dei populisti procedendo con compassione ed empatia invece di ricorrere all’indignazione istintiva…”

Questa ultima raccolta di 5 composizioni oscure, inquietanti e perfino minacciose viaggia in una costante altalena di speranza e disperazione, sconfitta e ottimismo, contraddizioni  incarnate da un deciso approccio elettronico insieme ad un suono spoglio, maggiormente orientato verso le tastiere a scapito (come detto) delle chitarre elettriche che magistralmente avvolgono la filastrocca dei testi con un cinismo astratto, quasi casuale.

Si passa dal mood più leggero di brani come Tune Out, Turn Off, Drop In dal vago sapore eighties all’elettronica spinta della irresistibile One Scratch Each, miscela esplosiva di generi ed influenze per un chiaro invito alla riflessione sul mondo e sulla nostra malata cultura consumistica.

Ed ancora il chimerico magnetismo di Something In The Bones Of Men e Vengeance Is The Sweetener disadorne di aperture ma terribilmente suggestive fino all’arrendevolezza notturna della slabbrata e dolcemente acida Mars Attached.

“…non dimenticarmi, non perdonarmi, i sogni più belli sono quelli in cui il tuo cuore non batte…” recita il testo della closing track che da solo dovrebbe spingervi ad ascoltare e seguire i tenaci combattenti The Noise Who Runs.

 

https://www.facebook.com/thenoisewhoruns/

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