The Cyborgs

I Cyborgs-saldatori sono arrivati direttamente dal futuro per svegliarci dal torpore dei tempi moderni e darci la scossa a suon di blues

The Cyborgs

The Cyborgs

(Cd, INRI)

blues

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the-cyborgsThe Cyborgs sono tra noi. Arrivano dal futuro, dal 2110 per l’esattezza. Nessuno conosce la loro identità o sa che aspetto abbiano. Si fanno chiamare “0” e “1” e indossano sempre una maschera da saldatore.

Questo l’inedito profilo dell’ultima interessante realtà dell’underground musicale italico. Un duo che in effetti è una vera e propria band: “0” suona la chitarra e canta con un microfono posizionato nella maschera, “1” fa tutto il resto, con la mano sinistra suona i bassi della tastiera e con i restanti arti la batteria, ma anche washboard, tamburelli, bidoni e quant’altro richieda la situazione.

Ma perchè tornare indietro, in un presente dove tutto si basa sull’immagine e gli ideali, quelli veri, sono ormai un ricordo del passato? La loro missione è quella di raccogliere informazioni sul blues, che col tempo è stato messo da parte dagli uomini sprovveduti e tentare proprio con la musica di svegliarli dal loro torpore.

Esordiscono con un disco omonimo che loro stessi definiscono “electrofunkblues”. E’ un blues esuberante dal sapore vecchio e nuovo al tempo stesso, tradizionale ma contemporaneamente innovativo.

La presenza della tradizione si palesa in uno stile grezzo, primordiale, autentico, che attinge direttamente dalle radici del genere. L’elemento di innovazione invece, chiaro già da subito nel concept che sta intorno alla band, si percepisce da una sottile linea “elettronica” che si snoda lungo la tracklist, oltre che dalla voce di “0” che arriva all’esterno lievemente robotica e crea un originale contrasto con la parte strumentale.

Più si va avanti con l’ascolto e più è evidente che dietro la mise oscura ed enigmatica dei due cyborgs in realtà si celano due simpaticoni, che pur proponendo tematiche importanti e attuali sembrano non prendersi troppo sul serio o per lo meno alleggeriscono il tutto con attitude ironica e spiritosa.

Alla fine l’unico interrogativo che continua a ronzare per la testa rimane quello iniziale: “Ma da dove arrivano sti due?”. Io una vaga idea me la sarei fatta. Prendendo spunto dagli affannati sospiri alla Darth Vader che ogni tanto si sentono dal profondo della maschera mi sono detta chissà, magari anche i Cyborgs vengono da quella stessa galassia lontana lontana…


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